Cronache

Bufera sulla versione italiana di Siri: la parola "gay" considerata un insulto

Dopo la bufera di polemiche in Russia, la questione approda in Italia. Anche nel nostro Paese, Siri non è gay-friendly

Bufera sulla versione italiana di Siri: la parola "gay" considerata un insulto

Dopo la bufera di polemiche in Russia, la questione approda in Italia. Anche nel nostro Paese, Siri non è gay-friendly. Apriti cielo!

Il popolare software basato sul riconoscimento vocale, integrato da Apple a partire da iPhone 4S e pubblicizzato come "assistente personale", a quanti volessero porgli domande come "perché due gay (o due lesbiche) non possono sposarsi?", "come si registra un matrimonio gay" o volessero condividere affermazioni come "penso di essere gay (o lesbica)", risponde con una sola frase: "non è carino da parte tua". Considerando le parole "gay" e "lesbica" al pari di un insulto. Non solo. Siri non riconosce la parola "omofobia". Ovviamente, questa "anomalia" del sistema della Mela, ha acceso la fiamma della polemica. Come se l'attività preferita dagli italiani fosse quella di confrontarsi con Siri riguardo il proprio orientamento sessuale. Ma tant'è.

Così, alla velocità della luce, è partita una petizione online. Chiara Reali di Diversity Lab, un’associazione di persone che si impegnano per l’abbattimento del pregiudizio e della discriminazione legati al concetto di diversità, ha lanciato la petizione nel famoso sito Change.org chiedendo al colosso Apple di "insegnare a Siri a rispondere in maniera corretta: lesbica non è un insulto, gay non è un insulto. Chiediamo che accolga i nostri coming out o le nostre richieste d’aiuto senza implicare che essere lesbica, gay o transessuale sia una cosa poco carina".

Insomma, se una questione così poco rilevante si trasforma in un diritto da rivendicare e conquistare, siamo proprio fuori strada.

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