Cacciari: "Draghi? Basta bugie sul Covid, ma resti a Palazzo Chigi"

L'ex sindaco di Venezia afferma di non essere contrario ai vaccini, ma non approva l'obbligo imposto dal governo, e riporta l'esempio di quei Paesi che hanno fatto una scelta diversa

Cacciari: "Draghi? Basta bugie sul Covid, ma resti a Palazzo Chigi"

Massimo Cacciari, che ha da poco ricevuto la terza dose di siero anti-Covid, afferma di non essere contrario alla vaccinazione, ma si schiera contro l'obbligo imposto dal governo.

Intervistato da La Stampa, l'ex sindaco di Venezia, che in questi ultimi giorni ha sollevato un polverone invitando tutti i cittadini a vaccinarsi ed a rispettare le regole imposte dall'esecutivo, esprime comunque tutti i suoi dubbi circa quella che lui definisce "idolatria della terza dose".

"Le scelte dell'Italia diverse dagli altri Paesi"

È il metodo impiegato dal governo a rendere critico il filosofo. "Io non sono contro il vaccino. Sono contro questo modo di imporlo, sono contro l'obbligo a chi ha più di 50 anni", precisa. "Ci sarà un motivo se siamo l'unico Paese al mondo ad imporre l'obbligo vaccinale?", domanda. E, in effetti, al momento l'Italia è sola da questo punto vista. L'ex sindaco di Venezia riporta l'esempio degli altri Paesi, che non hanno messo in atto misure restrittive come invece è stato fatto nella nostra Nazione. Dati alla mano, non ci sono state sostanziali differenze. "Se dopo gli obblighi in più che ci siamo imposti in questi mesi i dati ci mettono sullo stesso piano degli altri questo vuol dire che forse quegli obblighi non erano necessari", afferma Cacciari.

I dubbi sulla terza dose

Il filosofo passa poi ad esprimere i propri dubbi sulla terza dose, spiegando di fare affidamento su quanto dichiarato da medici ed esperti "che mettono in guardia dai possibili effetti collaterali". "Gli inviti alla prudenza vengono anche dall'interno del Cts e da migliaia di scienziati europei", aggiunge Cacciari, "e ci sono segnali di un aumento di ricoveri in terapia intensiva di pazienti con la terza dose". La stessa Ema ha recentemente messo in guardia sull'abuso dei richiami, parlando di rischio di indebolimento del sistema immunitario. "Criticare l'obbligo vaccinale non vuol dire essere contro i vaccini", precisa Cacciari, "ma mettere in discussione il modo con cui vengono imposti dalla politica. Se uno critica il codice della strada non per questo è contrario alle automobili no?".

Prudenza, dunque, sulla terza dose. "Lo so anch' io che il vaccino protegge in parte dall'infezione e riduce la gravità della malattia. Ma si stanno registrando ricoveri in terapia intensiva di persone che sono vaccinate con la terza dose. E sono in aumento. Per questo non avrei imposto l'obbligo vaccinale", conclude il filosofo.

Spesso, quando si parla dell'attuale obbligo vaccinale, viene riportato l'esempio del vaccino contro la poliomielite, che fu reso obbligatorio per tutta la popolazione. Cacciari afferma che dinanzi all'imposizione di un trattamento è inevitabile aprire un dibattito. In questo momento storico, tuttavia, "siamo finiti in una situazione ingovernabile. Ci sono atteggiamenti irrazionali dall'una e dall'altra parte".

"La politica si rifugia nell'emergenza"

Cacciari prende le distanze da certe posizioni di Ugo Mattei, ma condivide il suo giudizio negativo nei confronti dell'attuale politica sanitaria dell'esecutivo. Il governo, afferma l'ex sindaco di Venezia, ha il diritto di imporre l'obbligo, come confermato dalle sentenze della Corte Costituzionale, tuttavia "noi riteniamo che quell'obbligo sia sbagliato. Anzi che sia contro il principio di precauzione".

Critico anche il giudizio su Mario Draghi. "Basta con le affermazioni false da parte del presidente del Consiglio", dichiara Cacciari, che aggiunge: "Non è vero che il problema nasce dai non vaccinati. Il virus circola anche attraverso i vaccinati. Perché negarlo? Perché dire cose non vere? So bene che il vaccino riduce la circolazione, ma non la annulla. Dire il contrario è una falsità".

Massimo Cacciari si domanda quindi per quanto ancora continueremo a considerarci un Paese in emergenza: "Rimarremo in emergenza fino a quando ci sarà anche un solo positivo? Bella prospettiva". La soluzione da lui suggerita è quella di seguire la Spagna, affrontando la situazione con più pragmatismo. Imparare, dunque, a convivere con la malattia, con la consapevolezza che i suoi effetti non sono più come quelli di un anno fa. "Quando la politica è debole invece si rifugia nell'emergenza. Il Covid è una grande nuvola che compatta tutti. E che nasconde l'incapacità dei partiti ad affrontare le questioni economiche, a pianificare l'uscita dalla crisi", afferma il filosofo. "L'emergenza Covid, gestita come accade da noi, unico Paese europeo a farlo, è un grande ombrello che copre tutti i problemi", conclude.

Quanto alla prossima

elezione del presidente della Repubblica, Massimo Cacciari fa il nome di Marta Cartabia. Nessun Mattarella-bis, dunque, né un'ascesa al Colle di Mario Draghi, che "dovrebbe rimanere dov'è oggi a guidare il governo".

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