Cronache

Calevo torna al lavoro accolto dagli applausi dei dipendenti

L'imprenditore spezzino torna nella sua azienda dopo quindici giorni di prigionia. Intanto le indagini vanno avanti. Forse venti in tutto le persone coinvolte nel sequestro

Calevo torna al lavoro accolto dagli applausi dei dipendenti

Ha passato la notte di Capodanno in compagnia degli amici, della mamma e della fidanzata, per festeggiare la fine di un incubo. Andrea Calevo, il giovane imprenditore spezzino sequestrato lo scorso 16 dicembre e liberato quindici giorni dopo, è tornato al lavoro.

Accompagnato dalla sorella Laura si è presentato nella sua azienda di Romito Magra, nel Comune di Arcola, dove ad attenderlo c'erano gli abbracci e gli applausi dei suoi dipendenti. "Per me la cosa migliore ora è dimenticare. Non sarà facile. Ma mi sento tranquillo - ha commentato il giovane imprenditore -. Oggi è un giorno importante , ma vorrei fosse come tutti gli altri. La cosa migliore è dimenticare tutto. Mi sento tranquillo, perchè adesso viviamo in un Paese sicuro. Li hanno presi tutti, le forze dell’ordine sono davvero preparate".

Intanto oggi a La Spezia si è tenuto l'interrogatorio in carcere per la convalida dell'arresto delle quattro persone fermate per il rapimento. Il giudice Marta Perazzo si è presentata intorno alle 13.15 al carcere di Villa Andreino, dove sono stati portati Pierluigi Destri, suo nipote Davide Bandoni e gli altri due albanesi, componenti della banda responsabile del sequestro. Le indagini vanno avanti. Nelle prossime ore potrebbero essere formalizzati nuovi arresti di persone che hanno ricoperto ruoli secondari o marginali nella vicenda. In tutto le persone coinvolte dovrebbero essere una ventina sia di tatti italiani che stranieri.

"Vogliamo arrivare a tutti quelli che hanno preso parte, in un modo o nell’altro, al sequestro di Calevo, lo Stato deve dimostrare che certe azioni non restano impunite", ha detto il comandante del Ros di Genova, il tenente colonnello Paolo Storoni.

Trovata pistola

Una pistola Glock giocattolo modificata per sparare proiettili veri è stata trovata in un vano dello scantinato dove era stato nascosto Calevo. Con la Glock le forze dell’ordine hanno trovato anche un fucile a canne mozze.

Le armi sono state inviate al Racis dei carabinieri di Parma per la ricerca delle impronte digitali.

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