Economia

Canone Rai, cambia dall'anno prossimo: le novità

Via libera dal governo ad un ordine del giorno che accoglie la richiesta arrivata dalla Ue di scorporare il canone Rai in quanto "onere improprio".

Canone Rai, cambia dall'anno prossimo: le novità

Il canone Rai non sarà più incluso nella bolletta elettrica. La novità, di cui si parla da tempo, non verrà attuata nell’immediato ma a partire dal 2023. È quanto prevede un ordine del giorno presentato da Maria Laura Paxia (gruppo Misto) al decreto energia approvato nella giornata di ieri alla Camera.

Accettato dal governo, rappresentato in Aula dalla sottosegretaria per la Transizione ecologica Vannia Gava, prima come raccomandazione, è stato poi accolto con riformulazione, senza dover essere posto ai voti, prevedendo di "adottare misure normative dirette a scorporare dal 2023 il canone Rai".

Soddisfazione è stata espressa dalla Paxia che ha sottolineato che in questo modo si dà "seguito all'impegno che l'Italia aveva con l'Unione europea di scorporare il canone Rai" in quanto risulta essere un "onere improprio". Non va dimenticato, infatti, che sul finire dello scorso anno la Commissione europea aveva posto la separazione dalla bolletta come condizione fondamentale per ricevere i fondi del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza.

In pratica, dall’Europa avevano sottolineato che non si può chiedere obbligatoriamente ai fornitori di energia di riscuotere oneri non legati al proprio settore di mercato, così come non si può chiedere ai consumatori di pagare nella stessa bolletta un costo legato a un servizio diverso. Per i cittadini, in sostanza, cambierà solo il modo di pagare. Il canone, con ogni probabilità si tornerà a pagarlo tramite il classico bollettino postale.

È dal 2017 che il canone di abbonamento alla televisione pubblica viene rateizzato nella bolletta elettrica. Il provvedimento fu adottato dal governo Renzi con lo scopo di combattere l'evasione. L'importo, va sottolineato, venne ridotto in maniera progressiva da 113,5 a 90 euro.

La novità non è stata accolta con favore da tutti. Grande preoccupazione per lo scorporo che potrebbe influire su un possibile aumento dell’evasione del canone è stata espressa dall’esecutivo dell'Usigrai, l’Unione sindacale giornalisti della Rai, che in una nota ha evidenziato come esista "forte preoccupazione per la decisione del governo di non procedere, dal 2023, all'incasso del canone Rai attraverso la bolletta della luce. Il canone italiano, ricorda, è il più basso in Europa, così come il numero di giornalisti in organico, in proporzione alle ore di trasmissioni autoprodotte".

Nella nota si ricorda che a fine marzo, in un documento approvato all'unanimità dall'assemblea, i Cdr della Rai chiedevano che fosse garantita "la certezza delle risorse disponibili ogni anno per il servizio pubblico radiotelevisivo, con la restituzione alla Rai dell'intera quota del canone versato dai cittadini, il cosiddetto extra-gettito, in tutto 200 milioni all'anno, considerando anche il taglio strutturale del 5%, che spettano al Servizio pubblico da anni".

Il rischio, spiega ancora l'Usigrai, è che lo scorporo dalla bolletta si traduca in un aumento dell'evasione del canone. Se cosi fosse, rimarca il sindacato, "ad essere in pericolo sarà il servizio pubblico, già negli anni gravato dal prelievo forzoso di 150 milioni (su cui pende un ricorso straordinario al presidente della Repubblica), un buco di bilancio - giova ricordarlo - che dovette essere ripianato collocando in borsa il 33% delle azioni Rai Way".

In considerazione di tutto ciò Usigrai intende conoscere quali strumenti metterà in campo il governo per la riscossione del canone televisivo. Nella nota si spiega che il decreto legge, in questo senso, è "troppo vago". Per il sindacato, infatti, non è sufficiente adeguarsi alle indicazioni della Commissione europea ma è necessario individuare soluzioni "che mettano al riparo" il servizio pubblico radiotelevisivo.

L’Usigrai, infine, sostiene che la certezza delle risorse è "garanzia della nostra autonomia e indipendenza: a questo deve, imprescindibilmente, seguire la riforma della Rai per liberarla dal controllo e dall'ingerenza dei partiti".

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