Il cardinale Turkson "contro" il dl Salvini: "Parlamento intervenga"

Il cardinale Turkson si è espresso sul dl Salvini augurandosi che il testo venga modificato dai due rami del Parlamento: "Lo spero"

Il cardinale Turkson "contro" il dl Salvini: "Parlamento intervenga"

Il dl Salvini, quello riguardante la stretta sull'immigrazione, è atteso ora in Parlamento, dove deputati e senatori dovranno decidere se convertire il tutto in legge oppure procedere con delle modifiche. Difficile, a oggi, prevedere uno stravolgimento operato dai due rami parlamentari. All'elenco di coloro che stanno criticando i contenuti di quel testo si è aggiunto da poco il cardinale Peter Turkson, ex presidente dell'episcopato ghanese e ora prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. Un ecclesiastico spesso accostato alle posizioni dottrinali e politiche di Papa Francesco.

Qualche tempo fa, l'uomo che è stato ribattezzato "il volto sorridente del Vaticano", era parso critico rispetto alla gestione dei fenomeni migratori. Tanto da dichiarare che il rubinetto, quello che consentirebbe ai migranti di lasciare la loro terra d'origine per raggiungere il Vecchio Continente, andrebbe chiuso: "A mio parere - aveva detto il cardinale durante l'estate del 2017 - possiamo cambiare le cose cercando di far rimanere i giovani dove sono". E ancora: "Il vero problema - aveva sottolineato, pur evidenziando come la chiusura dei porti non rappresentasse una misura idonea a risolvere il problema - è affrontare la questione all'origine e fare in modo che le persone smettano di arrivare in Europa”. Ma ora più di qualcosa sembrerebbe essere cambiato nella visione del porporato. Peter Turkson ha detto di sperare che i parlamentari italiani intervengano per modificare quanto approvato all'unanimità dal Consiglio dei ministri: "Il decreto legge deve passare in Parlamento, spero che lì ci siano persone in grado di vedere le cose diversamente per poter argomentare un nuovo sistema. Lo spero”, ha dichiarato oggi, come riportato dalla Sir, che lo ha voluto ascoltare sulla tematica in questione. Poi la precisazione: "Non si può criminalizzare chi parte – ha continuato – ogni uomo ha una dignità. Quelli che arrivano qui, cercano condizioni per sperimentare la loro dignità".

Le argomentazioni del cardinale sono divenute più dettagliate alla fine della presentazione del rapporto Unctad dell'anno corrente sul commercio e lo sviluppo. Turkson ha scelto di porre agli astanti presenti alla conferenza delle domande: "Quando si vuol criminalizzare qualcosa si deve avere un crimine, ma il reato qual è? Qual è il male fatto in questo caso? Aver lasciato il proprio Paese cercando di entrare in un altro Paese?". "Qualcuno - ha proseguito, magari riferendosi proprio al leader della Lega, che è l' l'autore del decreto legge in discussione, e ad altri esponenti del governo guidato dal professor Conte - dice che l’Italia è stata lasciata sola a gestire tutto il carico dei migranti che attraversavano il Mediterraneo. Qualunque persona sentendo queste parole può reagire dicendo: ‘se voi non fate qualcosa allora stop’. Forse si vorrebbe spingere l’Unione europea a prendere sul serio questa responsabilità ma come sappiamo anche in altri Paesi europei il problema c’è ancora”. Infine la riflessione sul fatto che i fenomeni migratori siano sempre esistiti: "La migrazione non è una novità – ha scandito, come riportato sempre dall'agenzia -. Solo che in questi giorni il senso di nazione e nazionalità è un po’ aumentato e a volte si ha l’impressione che tutti quelli che arrivano da fuori sono stranieri, nel senso di ‘strani’.

Ma in nome dell’umanità comune - ha concluso - dobbiamo capire che se tutti gli uomini, come sostengono le dichiarazioni dell’Onu, hanno la stessa dignità, dobbiamo cercare di promuovere la dignità di ogni persona. Quelli che arrivano qui cercano le condizioni in cui possono sperimentare la loro dignità. È semplicemente così”.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica