Coronavirus

Caregiver? Non poteva vaccinarsi. Un asterisco ora incastra Scanzi

Il piano vaccinale è chiaro: i caregiver vaccinati solo se assistono i disabili. Non basta avere genitori "vulnerabili" per ottenere la dose

Caregiver? Non poteva vaccinarsi. Un asterisco ora incastra Scanzi

L’asterisco, piccolo piccolo, si trova nelle Raccomandazioni ad interim sui gruppi target della vaccinazione anti Covid-19. Si tratta del documento con cui il Ministero della Salute ha aggiornato le priorità sulle categorie da vaccinare: dopo sanitari, Rsa e 80enni, spazio alle “elevate fragilità” e ai 70enni. Cosa c’entra tutto questo con Andrea Scanzi? Semplice: quell’asterisco alle Tabelle 3 e 4 demolisce definitivamente - se ancora ce n’era bisogno - la favola del giornalista caregiver dei genitori vulnerabili. Anche fosse davvero la persona che assiste diligentemente gli avi, infatti, Scanzi non avrebbe comunque diritto ad una dose perché non convive con babbo e mamma.

Andiamo con ordine. Come noto il 20 marzo l’opinionista del Fatto annuncia urbi et orbi sulla sua pagina Facebook si essersi fatto iniettare AstraZeneca al Centro Affari di Arezzo. Beato lui. La gente si chiede: come diavolo ha fatto un 47enne cronista a trovare una dose? Sul momento lui la spiega così: a fine giornata, quando c’è il rischio di cestinare il vaccino, “si contattano quelle persone che hanno dato la loro disponibilità a essere vaccinati, laddove però facenti parti di determinate categorie”, nel suo caso “il caregiver familiare in quanto figlio unico di genitori facenti parte della categoria dei fragili”.

Convinto di aver fatto del bene al Paese, forse inconsapevole - o forse no - della possibile polemica, Scanzi finisce in un putiferio. Ha scavalcato la fila? Per carità, dice lui: ero solo un “panchinaro”, anche se la lista era “solo verbale”, insomma “tu lo dicevi al tuo medico di base che, se ti reputava idoneo, segnalava il tuo nome al responsabile del piano vaccinale”. E così, mentre gli ottantenni devono ancora finire il giro (la Toscana procede al rallentatore) e i 70enni non hanno visto neppure l’ombra di una dose, lui se ne va nella clinica detox col siero in corpo. Che culo. Ma perché il medico di base l’avrebbe reputato “idoneo”? “Essendo figlio unico ed essendo ritenuto dalla Asl caregiver familiare” (aridaje) e “avendo due genitori nella categoria fragili, avrei comunque potuto vaccinarmi”. Chiaro?

Tralasceremo qui la presunzione di essere “ringraziato” da “larga parte degli italiani”. Così come lo scontro con Maria Elena Boschi, la sospensione dai programmi e le robe tipo: “Io sono ricco e loro no”, “io sono caruccio e loro no”, “io ce l’ho fatta e loro no”. Lo stesso dicasi per le telefonate al povero responsabile dell’Usl di Arezzo, cui il nostrissimo ha telefonato direttamente (chi di noi non ha il numero del direttore del distretto?). E lasceremo da parte anche il fatto che la categoria di caregiver gli si addice pochino, come lui stesso alla fine ha ammesso (“sono mio padre e mia madre ad essere i caregiver del sottoscritto, non viceversa”). Concentriamoci invece sul fatto che il fustigatore (degli altri) ha pestato una cacca. E che la pezza è stata peggio del buco.

Stando a quanto dichiarato dal direttore dell’Usl Evaristo Giglio, infatti, Scanzi gli è stato segnalato come possibile panchinaro dal medico di base giustificando il diritto con le patologie dei genitori. L’Usl ne ha preso atto e, senza verificare oltre, l’ha iscritto a piè di lista. Bene. Magari la forzatura l’ha fatta il medico curante, magari l’Usl ha sbagliato qualcosa, non lo sappiamo. Fatto sta che in base al piano vaccinale italiano - caregiver o meno - Scanzi non avrebbe dovuto avere diritto di accedere alla panchina.

A Cartabianca, dopo aver detto che non avrebbe reso nota la cartella clinica dei genitori, Scanzi ha rivelato le patologie di cui sono affetti i suoi cari. Non le ripeteremo, per rispetto della privacy. Però abbiamo controllato: effettivamente babbo e mamma rientrano nella tabella delle “persone estremamente vulnerabili”, diventate con le ultime raccomandazioni la “categoria 1” cui dedicare gli sforzi vaccinali. Il 10 marzo infatti il ministero della Salute ha rivisto le priorità sulle vaccinazioni decidendo di dare la precedenza, nell’ordine, a: 1) elevate fragilità (persone estremamente vulnerabili e disabilità grave); 2) persone di età compresa tra i 70 e i 79 anni; 3) 60enni; 4) persone con comorbidità; 5) resto della popolazione. E i caregiver?

Ecco il punto: per buona parte delle patologie che fanno rientrare tra i “vulnerabili”, il Piano (così come la Regione Toscana) prevede l’inoculazione solo ed esclusivamente per il malato. Altre malattie invece permettono di allargare la somministrazione, ma solo “ai conviventi”. L’asterisco si trova su 7 delle 30 patologie totali. Ci sono pure quelle dei genitori di Scanzi? Poco importa. Intanto perché Scanzi non convive più con loro (grazie a Dio). Secondo perché il caregiver in questa tabella non è proprio nominato. Appare solo poco più sotto, alla tabella 4, in cui si indicano le disabilità gravi (fisica, sensoriale, intellettiva e psichica): solo in questi casi, definiti ai sensi della legge 104/1992, occorre “vaccinare familiari conviventi e caregiver che forniscono assistenza continuativa in forma gratuita o a contratto”. Stando a quanto da lui detto a Cartabianca e scritto sui post, non pare i suoi genitori rientrino in questa categoria. E comunque visti i tanti impegni non sembra che lui fornisca assistenza "continuativa".

Ps: Scanzi poteva iscriversi alla panchina senza rientrare nella categoria di convivente o caregiver? No. Lo spiega una nota dell'Usl Toscana Sud Est consegnata al Riformista (leggi qui) e anche il portale della Regione: "Per iscriversi è necessario entrare sul portale di prenotazione nella categoria di appartenenza".

Se non sei convivente di un "vulnerabile" o caregiver di un disabile non puoi farlo.

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