Cronache

Lunedì autotrasportatori fermi. E c'è il timore degli scaffali vuoti

Al centro della protesta la clausola del gasolio nei contratti di trasporto. Timore per gli scaffali dei supermercati vuoti

Lunedì autotrasportatori fermi. E c'è il timore degli scaffali vuoti

Si ferma l’autotrasporto italiano a causa del caro gasolio. E il timore è che in tutto il Paese stazioni di rifornimento e supermercati possano restare a secco.

La serrata degli autotrasportatori

A partire da lunedì prossimo le aziende di autotrasporto sospenderanno a livello nazionale i loro servizi per causa di forza maggiore. Lo ha annunciato Trasportounito, che precisa come non si tratti di uno sciopero né di una rivendicazione specifica, bensì di un’iniziativa finalizzata a coordinare le manifestazioni sullo stato di estrema necessità del settore. "Sarà una sospensione dei servizi di autotrasporto merci finalizzata ad evitare un ulteriore indebitamento per le imprese", sostengono gli organizzatori. Dunque siamo in presenza, almeno per il momento, di una campagna di sensibilizzazione nei confronti del governo.

I sostegni al settore sono attualmente stimati in 80 milioni di euro, ma non riguardano il caro-carburante. Il decreto Energia, atteso il prossimo 28 marzo in aula alla Camera per passare poi alla seconda lettura in Senato, stanzia infatti, tra le altre cose, 20 milioni di euro per il 2022 per la riduzione dei pedaggi autostradali. Ma ora le richieste sono altre: rivedere la clausola del gasolio nei contratti di trasporto e intervenire a livello fiscale oppure con ulteriori agevolazioni. La sospensione dei servizi si è resa inevitabile – sottolinea una lettera inviata da Trasportounito – anche per tutelare le imprese e impedire che le esasperate condizioni di mercato, determinate dal rincaro record dei carburanti, si traducano in vantaggi per altri soggetti del settore trasporti, ovvero in addebiti per obblighi contrattuali che le imprese della filiera logistica non sono più in grado di garantire. A cui si aggiungono anche le proteste per i rincari marittimi nel trasporto da e per le isole. Gli autotrasportatori, al momento, si trovano ad affrontare una situazione insostenibile e i rincari degli ultimi mesi hanno fatto sforare i plafond delle carte carburante messe a disposizione dalle compagnie petrolifere.

Il nodo delle accise

"Immediata cancellazione o almeno la sospensione delle accise, per dare una boccata di ossigeno ai contribuenti, alle imprese e agli autotrasportatori". A chiederlo a gran voce è il presidente nazionale di Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro sul caro gasolio. "L'idea di mantenere le accise così come sono è proprio da irresponsabili. Ecco perché in questo momento chiediamo con forza che il Governo di annullare le accise in tal modo da consentire di riallineare il prezzo del carburante ai vecchi costi". Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ha scritto al ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, in merito alla situazione che si prospetta dall'inizio della prossima settimana con il fermo trasporti e poi la manifestazione. "Le agitazioni previste per i prossimi giorni del settore trasporto su gomma, oltre ai disagi più generali connessi alla movimentazione delle merci, determinerà difficoltà ancora più incisive in ordine allo spostamento e alla consegna dei prodotti agricoli deperibili alla distribuzione, alla consegna dei mangimi agli allevamenti e all'attività quotidiana di raccolta del latte".

Allerta scaffali vuoti

Il blocco degli autotrasportatori per il caro gasolio potrebbe incidere anche sul rifornimento ai supermercati. Un rischio che avrebbe come conseguenza diretta gli scaffali vuoti e una corsa all'ultimo acquisto. "È necessario garantire la consegna dei prodotti alimentari per assicurare le forniture alla popolazione ed evitare speculazioni e scaffali vuoti in un momento di grandi tensioni per la filiera". È quanto chiedono Coldiretti, Filiera Italia, Unaproa, Assocarni, Unaprol Impresapesca e Aia, che pure comprendono le grandi difficoltà dell'autotrasporto.

Il caro gasolio - fanno notare le associazioni - colpisce anche le attività produttive dall'agricoltura alla pesca fino all'industria alimentare: "Occorre intervenire per contenere i costi energetici delle attività produttive e distributive essenziali al Paese contrastando i fenomeni speculativi chiaramente in atto".

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