Caso marò, Casapound: "Dichiarare guerra all'India" E scoppia la polemica

Il movimento di estrema destra fa circolare dei volantini per chiedere un'azione militare al governo

Caso marò, Casapound: "Dichiarare guerra all'India" E scoppia la polemica

Il caso di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i fucilieri accusati in India di aver ucciso due pescatori, ha scosso molto l'opinione pubblica. È c'è chi chiede un'azione forte da parte dell'Italia. Come Casapound che in questi giorni sta facendo circolare un volantino che annuncia una manifestazione il 2 aprile davanti al Parlamento.

"È il momento di reagire, di dimostrare al mondo che questa nazione non è morta e che nessuno può rapire dei soldati italiani in acque internazionali". L'obiettivo dichiarato è quello di muovere guerra all'India con una "opzione di intervento militare in India a seguito di una qualsiasi condanna dei nostri soldati". Tra le altre richieste, inoltre ci le dimissioni da senatore a vita di Mario Monti, il ritiro delle truppe italiane dalle missioni e l'interruzione di qualsiasi attività diplomatica tra India e Italia, con la chiusura delle relative ambasciate.

Un'iniziativa che ha sollevato un vespaio di polemiche.

Gianluca Peciola (Sel) parla di "manifesti deliranti": "Una vicenda delicata sotto il profilo istituzionale,diplomatico e umano trattata con il becero armamentario nazionalista da parte di una formazione di estrema destra", scrive il candidato al Consiglio comunale di Roma, "Un rigurgirto nazionalista ipocrita ched imentica gli altri 3mila detenuti italiani sparsi in tutto il mondo, come Chico Forti, condannato a Miami all’ergastolo in un processo con molti lati oscuri. L’estrema destra riscopre la patria soltanto quando sono imputati, tra l’altro per omicidio, due militari".

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