Il Centergross guarda alla Cina

«Non regalare il pesce, ma insegna loro a pescare». Lo diceva Confucio e i cinesi lo hanno preso alla lettera. Imparando a «pescare» da soli l'ispirazione nella creatività italiana. Così hanno per decenni realizzato produzioni lampo, più o meno «italian sounding» e ad hoc sia per i loro mercati sia sbarcando poi da noi. Ora è tempo di ribaltare le prospettive. Ci hanno pensato a Bologna dove nel distretto moda del Centergross si studia una nuova «via della seta» per tornare a posizionare il nostro prodotto direttamente nelle vetrine di Pechino, Shangai ed Hong Kong. L'idea è quella di realizzare un «format di distribuzione» che possa accompagnare l'imprenditore nel Paese del Dragone, aiutandolo anche nelle varie pratiche burocratiche e fiscali. Insomma non è più tempo, se non forse per i grandi brand, di fare da soli, ma la sinergia è fondamentale. Questa è l'idea di Lucia Gazzotti, dal 2011 alla guida del Centergross e premiata fra i «capitani dell'anno» a ottobre. «Vorremmo realizzare una corsia preferenziale che parte da qui e arriva in Cina». Già, intanto a Bologna le istituzioni hanno appena dato l'ok a quello che sarà il new deal di Centergross: un nuovo accordo territoriale permetterà in pochi mesi di aprire alla diversificazione funzionale del polo che, da logistico e distributivo, ospiterà anche alcuni insediamenti produttivi. Nato nel 1977, il Centergross oggi ospita circa 6mila addetti e 680 aziende, il 70% delle quali è legato al pronto moda con un volume di affari di 5 miliardi e 10mila buyers giornalieri. «La sfida è necessaria e prevede un "doppio attacco" - sintetizza la presidente - Da una parte miglioreremo il rapporto con i buyer in loco, dall'altra intendiamo andare noi in Cina». E allora ecco il primo passo nella primavera del 2015 con lo sbarco del Centergross a The Flag, una delle fiere del lusso «business to business» più importanti della Cina. Lo scorso ottobre per studiare la strategia è arrivato a Bologna Harrison Wu, vicepresidente della camera di Commercio: «L'anno prossimo apriranno 700 nuovi "shopping mall" in Cina e il nostro vecchio modello di "grande magazzino" sta tramontando in favore di uno più occidentale con vendita diretta». Primo obiettivo? Hong Kong più simile alla nostra mentalità occidentale.

Mentre si studia come migliorare i collegamenti con l'aeroporto di Bologna e i cinesi stessi hanno lanciato una cordata per rilevare l'aeroporto di Parma, dal Centergross si guarda anche ad Expo: «Vorremmo intercettare la clientela business», aggiunge Gazzotti. E allora anche la Cina sarà davvero vicina.

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