Cercasi maschio disperatamente. L'uomo è sempre più femmina

Non è solo questione di galanteria o meno: il fatto è che gli uomini stanno perdendo il loro ruolo

Cercasi maschio disperatamente. L'uomo è sempre più femmina

Il maschio in via di estinzione, come un panda qualunque. Noi donne ci saremmo dovute insospettire ben prima, ormai è troppo tardi: il processo è irreversibile. Dovevano metterci in guardia i coming out di Ricky Martin e Tiziano Ferro, non scherzavano neppure le foto di Cristiano Ronaldo a Saint Tropez attorniato da un branco di fusti, tutti amici per carità, che si abbracciavano, si spalmavano la crema e improvvisavano, che teneri, un trenino. Una sola donna a bordo, componente dell'equipaggio. La disperazione di noi donne etero-fino-a-prova-contraria non deriva soltanto dall'amara rassegnazione per la galanteria perduta, i cavalieri sopravvivono soltanto nelle fiabe, per il resto i trentenni d'oggi vantano con la galanteria una familiarità paragonabile a quella di noi donne con il telaio a mano. Abbiamo colpevolmente sottovalutato le prime avvisaglie, così impegnate nella sacrosanta battaglia per guadagnare maggiori spazi di indipendenza e autonomia non ci siamo rese conto che la conquista dei pantaloni lasciava il maschio disorientato in balia della «pantagonna», la stessa esibita disinvoltamente da Federico Bernardeschi che non tradisce il benché minimo imbarazzo con indosso un capo di abbigliamento dalla linea spiccatamente femminile. Se pure il calciatore, fino a ieri quintessenza di virilità, si veste come un femminiello qualunque, non c'è speranza per nessuno. Il fronte gay ha vinto su tutta la linea, alziamo bandiera bianca.

La femminizzazione galoppante della società contemporanea è un fenomeno sotto osservazione che ha all'origine fattori culturali, sociali e persino biologici. «Il futuro dell'umanità è bisex», profetizzava il professor Umberto Veronesi alludendo ai cambiamenti ormonali in atto legati ai diversi ruoli sociali. Donne sempre più intraprendenti e volitive, uomini spiazzati e remissivi. La parità è anche una questione di geni. Nella moda impazza il genderless, i capi che vanno bene sia per lui che per lei (immaginatevi un uomo che fruga nel vostro armadio, orrore). Nel cinema il maschio non somiglia a James Dean ma ad un essere irrimediabilmente imbranato, a metà tra Homer Simpson e Mr. Bean. Sentimentalmente irrisolto, eterno Peter Pan, inguaribile pasticcione. Negli anni di crisi economica l'uomo perde il lavoro, non è più una roccia di sicurezza economica ma naviga a vista. Nel rapporto di coppia, tra divorzi e alimenti appare come la parte più debole, alla mercé delle richieste dell'ex coniuge, il padre separato che dorme in macchina per risparmiare e non vede i figli quanto vorrebbe è un dramma dei giorni nostri. Nella pubblicità l'uomo è efebico e ammiccante, depilato meglio e più di noi femmine, erotico quanto un pupazzo della Disney, un «bambolo» a uso e consumo di quei tacchi ruggenti sui quali facciamo carriera.

Insomma l'immagine del maschio contemporaneo non è vincente, eppure una funzione insostituibile ce l'avrebbe, s'intende quella procreativa ché per l'orgasmo abbiamo imparato da tempo il significato della parola «autarchia». Invece per fare i figli come natura comanda, bisogna essere in due, ma pure in questo campo l'«efficienza maschile» scricchiola. Secondo un recente studio dell'università di Padova, rispetto alla generazione dei padri i ragazzi di oggi sono più alti, con braccia e gambe più lunghe. Se gli arti si allungano, qualcosa si accorcia: il pene ha perso 0,9 cm di lunghezza. E il testosterone non se la passa meglio giacché i casi al limite della fertilità sono sensibilmente aumentati: una volta un uomo produceva tra i 300 e i 400 milioni di spermatozoi per eiaculato, adesso circa il 30% in meno. Secondo gli studiosi italiani, la sterilità maschile sarebbe raddoppiata negli ultimi 20 anni. Un'ecatombe.

Tra qualche anno sarà possibile produrre spermatozoi in vitro per sopperire alla carenza maschile, e alcuni scienziati lavorano alacremente per creare un giorno in laboratorio sperma dalle cellule di una donna e uova dalle cellule di un uomo. Un traguardo che suggellerebbe definitivamente l'inutilità del maschio. Voi siete pronte a farne a meno?

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