Coronavirus

"Ci risiamo, ora state attenti...". Ecco la verità sul post dell'infermiere

Nel post un infermiere dell'ospedale di Cremona lancia l'allarme per un aggravamento della situazione. Ma l'ospedale spegne gli allarmismi e riporta la situazione alla normalità

"Ci risiamo, ora state attenti...". Ecco la verità sul post dell'infermiere

Come può il post su Facebook di un infermiere mettere in ansia un Paese intero? Nell'epoca dei social è possibile, soprattutto quando il premier Giuseppe Conte annuncia che lo stato di emergenza, attualmente in vigore fino al 31 luglio, potrebbe essere prorograto fino al 31 dicembre. In clima di paura, rabbia e preoccupazione (legittima) per la presenza ancora viva del Covid-19 nel nostro Paese, le parole scritte di getto da un infermerie alla fine del suo turno possono generare allarmismo (illogico), soprattutto se fomentate da una certa corrente catastrofista che sembra impaziente di tornare alla chiusura del Paese.

Luca Alini è un infermiere dell'ospedale di Cremona, uno dei presidi che tra marzo e aprile ha subito la maggiore pressione per i ricoveri Covid. La città della bassa Lombardia è stata una delle più colpite dall'epidemia nei mesi dell'emergenza sanitaria ma nei giorni scorsi era stato dichiarato lo status di Covid-free per le terapie intensive della struttura. Una grande vittoria per l'ospedale e per i suoi medici, in prima linea per oltre due mesi per fronteggiare un mostro che faceva davvero paura. In Italia i contagi sono relativamente stabili da ormai molti giorni, si è raggiunto un nuovo plateau ma i casi di Covid registrati mostrano generalmente una gravità minore rispetto al primi due mesi di epidemia conclamata in Italia. Sono rari i casi in cui si rende necessario il ricovero in terapia intensiva per il supporto ventilatorio.

Per queste ragioni il post di Luca Alini ha riacceso l'allarme nel Paese. L'uomo ha condiviso un selfie con indosso tutte le protezioni che negli ultimi mesi abbiamo imparato a conoscere bene: "Non è una foto di marzo o di aprile. In reparto abbiamo ricominciato a ricoverare pazienti Covid con gravi insufficienze respiratorie". Poche parole su un normalissimo profilo Facebook capaci di fare immediatamente il giro del web. In pochi minuti le parole dell'infermiere sono diventate virali, al di là di ogni una aspettativa. La prima smentita è arrivata tramite l'ufficio stampa dell'ospedale, interpellato dal giornalista Max Rigano, che sul suo profilo Facebook scrive: "Dopo il primo luglio si è registrato un focolaio a Viadana e Casalmaggiore dove sono in corso i tamponi tra la popolazione. Si sono registrati in tutto 15 casi, di cui fino a ieri erano 11 le persone ricoverate. Da quattro giorni non si segnalano più ricoveri né persone in terapia intensiva. Luca Alini ha scritto il post l’8 Luglio scorso, giovedì sera, quando c’erano due ricoverati in pneumologia. Questi i numeri".

Nel primo pomeriggio di ieri, poi, è arrivata anche la nota ufficiale dell'ospedale di Cremona, che tramite il suo profilo Facebook ufficiale ha voluto fare chiarezza sulla situazione Covid, spegnendo le polemiche. "Attualmente i pazienti ricoverati con coronavirus sono 10. La nostra Terapia Intensiva è “Free” da più di tre settimane, spiega Rosario Canino (Direttore Sanitario). No ad allarmismi privi di fondamento. Sì al senso di responsabilità e al rispetto delle norme di prevenzione (mascherina, lavaggio mani e distanziamento)", si legge nel lungo post. Dopo aver riportato la calma, spiegando chela struttura ha sempre scelto la via della massima trasparenza, il comunicato snocciola i numeri: "Attualmente in ospedale abbiamo dieci pazienti ricoverati, due in pneumologia (uno in ventilazione non invasiva) e otto alle malattie infettive – spiega Canino. I ricoveri degli ultimi giorni, nella maggior parte dei casi, hanno una stretta correlazione con il focolaio di Viadana. Mentre la nostra Terapia Intensiva è Covid Free già da qualche settimana". Mentre il Paese discute sulla decisione di Giuseppe Conte di prorogare lo stato di emergenza per Covid, annunciato non in una conferenza ufficiale ma durante la cerimonia di inaugurazione del Mose di Venezia, quando in Italia ci sono meno di 70 posti occupati in terapia intensiva, questo post ha dato nuova linfa per giustificare un provvedimento che non sembra avere riscontri nella situazione attuale del Paese.

A poche ore dal comunicato l'ospedale di Cremona ha diramato il bollettino quotidiano della situazione attuale all'interno della struttura. Dopo tre settimane di terapia intensiva Covid-free, il reparto ha dovuto riaprire per accogliere uno dei ricoverati in pneumologia, le cui condizioni si sono aggravate. "Il paziente che necessitava di ventilazione assistita - informa Rosario Canino (Direttore sanitario) - è stato trasferito dalla Pneuomologia in Terapia Intensiva per aggravamento dell'insufficienza respiratoria", si legge nel profilo Facebook dell'Asst di Cremona. Al Corriere della Sera, Canino ha fatto il punto della situazione nel suo ospedale, spiegando che nuova e piccola ondata di nuovi ingressi in ospedale "potrebbe avere una stretta correlazione con il focolaio di Viadana". Pur invitando alla calma, però, il direttore sanitario precisa: "Troppa gente si è già tolta la mascherina o continua a tenerla sul collo.

È fondamentale mantenere alta l'attenzione, no agli allarmismi privi di fondamento".

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