La cintura di sicurezza compie sessant'anni. Quella t-shirt sfottò a Napoli

La cintura di sicurezza, inventata in Svezia nel 1959, è diventata obbligatoria in Italia nel 1988

La cintura di sicurezza compie sessant'anni. Quella t-shirt sfottò a Napoli

Era il 26 aprile 1988 quando la cintura di sicurezza entrò ufficialmente in vigore in Italia, ma il dispositivo era già stato inventato nel 1959 in Svezia. Insomma, ecco il sessantesimo compleanno del brevetto che ha salvato milioni di vite umane. A dirla tutta, già a inizio Novecento, quando fecero capolino le prime rudimentali automobili, esistevano forme molto abbozzate di cinture di sicurezza; tuttavia, data la bassissima velocità di quei veicoli, quei dispositivi erano quasi superflui.

La svolta arriva in Scandinavia a metà degli anni cinquanta, come ricorda il Corriere della Sera. Qui, in Svezia, la compagnia elettrica Vattenfall studiò un particolare meccanismo di protezione. L'uomo della Provvidenza fu l'ingegnere Nils Bohlin, che ideò e progettò le cinture proprio così come le conosciamo oggi, portando la sua sapere in Volvo.

La casa automobilistica svedese stava mettendo a punto dei sistemi per proteggere i passeggeri in caso di incidente. E così nel 1959 venne depositato il brevetto della cintura di sicurezza a tre punti - quella che tutti oggi abbiamo sui nostri veicoli – mettendolo comunque a disposizione di tutte le altre case automobilistiche.

In Italia la legge arriva nell'aprile 1988 e obbliga tutte le autovetture ad avere in dotazione il dispositivo per i passeggeri dei sedili anteriori. Indimenticabile all'epoca la boutade ideata, proprio nella primavera del 1988, da Carlo Ciarvolo, presidente della società italiana di neuro-pubblicità, che penso bene pensò di portare in un banco del mercato di Napoli, una t-shirt bianca attraversata in diagonale da una striscia nera. La maglietta era accompagnata dallo slogan: "Non stringe, non stinge, non serve, ma finge".

La maglietta, comunque, non è stata mai davvero venduta: infatti, ne sono state prodotte solo cento, tutte numerate, che oggi si trovano in in alcune collezioni di musei di arte contemporanea, come ha recentemente dichiarato lo stesso Ciarvolo, autore di una trovata passata alla storia.

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