Circonvenzione di nullafacenti

Fino a non molti anni fa se un ragazzo pretendeva di vivere senza studiare né lavorare veniva preso a calci nel sedere dai genitori indipendentemente dalla loro posizione sociale

Circonvenzione di nullafacenti
00:00 00:00

Al Forum Ambrosetti in corso da ieri a Cernobbio è stato presentato uno studio dal quale risulta che l'Italia è al secondo posto in Europa nella triste classifica dei giovani che non studiano, non lavorano né sono in cerca di una occupazione. Secondo i dati presentati agli illustri convenuti, questo esercito di nullafacenti più o meno volontari rappresenterebbe il quindici per cento dei quasi dieci milioni di italiani in età compresa tra i 18 e i 29 anni (quindi circa un milione e mezzo di persone) con un danno diretto e indiretto all'economia del Paese valutato attorno ai venticinque miliardi l'anno in mancata crescita. Sono cifre che fanno una certa impressione, un problema che ha radici lontane e che di recente si è addirittura fortificato grazie a politiche utopistiche e scellerate che hanno coccolato questi giovani facendogli credere che la loro apatia non è poi un male così grave e che può essere tranquillamente curata con il reddito di cittadinanza. Fino a non molti anni fa se un ragazzo pretendeva di vivere senza studiare né lavorare veniva preso a calci nel sedere dai genitori indipendentemente dalla loro posizione sociale (la severità era inversamente proporzionale al reddito familiare) e a nessun politico, di qualsiasi colore e tendenza, veniva in mente di assecondarlo. Poi arrivarono i Cinque Stelle che a questi sciagurati promisero soldi, tanti soldi, in cambio del loro voto. La cosa funzionò, non per i giovani (che seppure con meno ansia e problemi continuarono a vivere da sbandati), non per l'economia (le casse pubbliche subirono un salasso) bensì per il partito allora di Beppe Grillo che oggi con Conte torna all'attacco inserendo nei programmi elettorali per le prossime regionali l'idea, accettata dai soci del Pd, di raddoppiare la posta: "Vi daremo pure il reddito regionale". Quindi abbiamo due problemi: il primo è quello dei giovani che accettano, ma solo in teoria, soltanto lavori comodi, ben pagati e possibilmente sotto casa.

Il secondo problema è che ci sono dei partiti disposti ad assecondarli, di più: a incentivarli. Tra i due il più grave è certamente il secondo, perché il primo è un atteggiamento furbesco, l'altro al limite del delinquenziale o, se preferite, della circonvenzione di incapaci.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica