Utilizzavano i circhi sparsi in giro per l'Italia per regolarizzare i clandestini. Tra gli arrestati nella seconda trance dell'operazione che lo scorso 10 novembre ha portato a 41 fermi nell'ambiente circense, c'è un'altra dipendente regionale siciliana, Anna Maria Cristina Mantione, collega all'assessorato alla Famiglia.
Venti giorni fa, gli indagati tra cui due impiegati regionali, erano finiti in carcere, accusati a vario titolo di associazione per delinquere con l'aggravante della transnazionalità dedita al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina nel territorio nazionale di cittadini provenienti prevalentemente dall'India, dal Pakistan e dal Bangladesh. In quella circostanza, furono contestati anche i reati di corruzione di pubblici ufficiali, falso materiale ed ideologico.
Oggi, alle prime luci dell'alba, gli investigatori hanno accertato che"l'organizzazione si giovasse di altre complicità che, a vario titolo, avrebbero rappresentato tasselli essenziali dell'iter criminale".
Così, la Squadra mobile di Palermo, diretta dal Rodolfo Ruperti, ha "scovato ulteriori frange di illegalità annidate, sia in ambito pubblico che privato". Sono state eseguite, in varie città italiane, 14 misure restrittive in tutto.
Questo nuovo filone d'indagine "ha rafforzato il convincimento che l'organizzazione, per lucrare profitti sul business dell'immigrazione clandestina, rendesse "legale" quest'ultima, attraverso continue interconnessioni
tra mondo delle professioni e del pubblico impiego", dicono gli investigatori.Gli arresti sono stati compiuti anche nelle province di Trapani, Agrigento, Salerno, Foggia, Lecce, Roma, Pesaro, Milano, Varese e Latina.
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