Coronavirus

Coesi ma senza futuro: l'Italia vuole più figli (ma ne perderà 10mila)

Istat: ascensore sociale fermo. Atteso un forte
calo delle nascite, però c'è desiderio di famiglia

Coesi ma senza futuro: l'Italia vuole più figli (ma ne perderà 10mila)

Nell'era del Covid l'Italia è un Paese prostrato e impaurito. Che rischia di non fare più figli (10mila in meno solo quest'anno), che non offre prospettive di lavoro ambiziose ai giovani, che emargina sempre più le donne nel mondo del lavoro, che ha colpito le persone più fragili e povere della popolazione, che ha lasciato ben 3,5 milioni di persone in cassa integrazione ad aprile e ha provocato gravi difficoltà alle famiglie alle prese con le scuole chiuse e la difficile conciliazione tra vita e lavoro. È lo scenario delineato nel rapporto annuale dell'Istat, illustrato alla Camera dal presidente Carlo Blangiardo, che, dopo aver snocciolato tanti dati desolanti, descrive però una società compatta durante il lockdown. È emersa una forte coesione sociale, «manifestata nell'alta fiducia dei cittadini per le istituzioni impegnate nel contenimento dell'epidemia, e in un elevato senso civico verso le indicazioni sui comportamenti da adottare» Inoltre, spunta un segnale di solidarietà, commovente: la riconoscenza degli italiani ai sanitari.
GRAZIE AI MEDICI
Su una scala da 0 a 10 i cittadini hanno assegnato 9 al personale medico e paramedico e 8,7 alla Protezione civile. E quasi tutti gli italiani si sono dimostrati veri soldati contro la lotta al virus. Seguendo alla lettera le regole. La stragrande maggioranza dei cittadini si è lavata 11 volte al giorno le mani, 5 volte ha usato il disinfettante, ha mantenuto il distanziamento fisico rigorosamente (il 90%). E nel frattempo gli italiani hanno letto di più: tre su dieci i libri, quattro su dieci i quotidiani. Quattro su dieci invece, hanno pregato almeno una volta alla settimana.
UN PAESE SENZA FIGLI
Ma il lockdown ha lasciato cicatrici profonde. Resta la paura dell'incognito e l'incertezza del domani che inibisce anche il desiderio di procreare. Già siamo un paese a basa fecondità (1,29 il numero medio dei figli) ma la rapida caduta della natalità potrebbe subire un'ulteriore accelerazione nonostante quasi la metà delle coppie vorrebbe mettere al mondo due figli. «Recenti simulazioni prevedono un calo di circa 10mila nati, ripartiti per un terzo nel 2020 e per due terzi nel 2021 scrive l'Istat -. Se però la crisi economica non dovesse alleggerirsi, i nati potrebbero scendere a 426mila nel bilancio finale del corrente anno, per poi ridursi a 396mila, nel caso più sfavorevole, in quello del 2021».
GIOVANI AL PALO
In Italia si è fermato del tutto anche l'ascensore sociale, cioè la speranza di migliorare la propria condizione economica, rispetto alla famiglia di origine. «Per il 26,6% dei nati nell'ultima generazione (1972-1986) l'ascensore è diventato mobile verso il basso e supera, per la prima volta, la percentuale di coloro la cui posizione sociale si muove verso l'alto, cioè il 24,9%». In pratica, aumentano i figli che diventano più poveri dei genitori.
DONNE IN AFFANNO
La chiusura delle scuole ha pesato su 853 mila famiglie che hanno faticato a conciliare i tempi di vita e lavoro. In particolare, 4 madri su 10, sono state costrette a modificare gli orari del proprio impiego. Inoltre, tra le donne, rimane alta la diffusione dei cosiddetti orari antisociali: serali, notturni, nel fine settimana.
DISOCCUPATI IN CRESCITA
Il 12% delle imprese pensa di ridurre l'occupazione.

«Il problema del reperimento della liquidità è molto diffuso si legge nel documento - i contraccolpi sugli investimenti, segnalati da una impresa su otto, rischiano di costituire un ulteriore freno».

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