Il povero Michele Serra, disteso nella sua scomoda Amaca, fa dell'ironia insipida sull'ipotesi di Diego Fusaro che Mani pulite vada interpretata come un colpo di Stato (liberista). E finge di cadere dalle nuvole. A parte il fatto che la tesi fu sostenuta da più parti, soprattutto in casa socialista, Serra sembra ignorare il libro, edito da Mondadori, di Giancarlo Lehner, Attentato al governo Berlusconi. Articolo 289 del codice penale, che illustra ampiamente la materia. Dormiva sull'amaca, Serra? E non ha letto neppure il giornale sul quale scrive, dove Di Pietro ha confessato il suo reato, prima di tutto contro la cultura, poi contro la democrazia: avere eliminato non i corrotti, ma i partiti. E non è un colpo di Stato questo? Come si può avere una democrazia senza partiti? E non si trasforma la militanza politica in tifo, dando sfogo a partiti personali?
Ecco la confessione: «Mani pulite ha prodotto un vuoto: è da lì che sono cominciati i partiti personali, a cominciare dal mio. Ma sono partiti che durano lo spazio di un mattino, io ne sono la prova vivente...
Da magistrato ho condannato delle persone, non un sistema. Quelle persone rappresentavano idee politiche. Dietro quei politici c'erano partiti che venivano dalla Resistenza, che hanno dato l'impronta alla nostra Costituzione, partiti che vanno rispettati».
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