Cronache

Le confessioni intime di Ratzinger: "La rinuncia, Bergoglio e la morte"

Papa Ratzinger si racconta nel libro-intervista Ultime conversazioni del Corriere e nelle librerie con Garzanti. Dalla rinuncia fino alla morte: tutte le sue verità

Il 12 settembre 2006 Ratzinger tenne una lectio magistralis a Ratisbona
Il 12 settembre 2006 Ratzinger tenne una lectio magistralis a Ratisbona

L'ex pontefice dimissionario e Papa, Joseph Ratzinger, emerito si confessa nel libro-intervista Ultime conversazioni del Corriere e nelle librerie con Garzanti. Verità a tutto tondo su Bergoglio, la chiesa e la morte.

"Non riesco a vedermi come un fallito"

Ratzinger torna a far parlare sé: "Il governo pratico non è il mio forte e questa è certo una debolezza. Ma non riesco a vedermi come un fallito". Parole anche per Bergoglio che definisce "l'uomo della riforma pratica... ". Ma ammette che "ha anche l' animo per mettere mano ad azioni di carattere organizzativo".

Il Papa rivela anche il retroscena sulla sua rinuncia: "Il testo della rinuncia l' ho scritto io. Non posso dire con precisione quando, ma al massimo due settimane prima". Scritto di suo pugno e in latino, ma perché? "In latino perché una cosa così importante si fa in latino. Inoltre il latino è una lingua che conosco così bene da poter scrivere in modo decoroso. Avrei potuto scriverlo anche in italiano, naturalmente, ma c' era il pericolo che facessi qualche errore".

Ma Ratzinger ci tiene anche a precisare: "Non ero ricattato. Non si è trattato di una ritirata sotto la pressione degli eventi o di una fuga per l' incapacità di farvi fronte. Nessuno ha cercato di ricattarmi. Non l'avrei nemmeno permesso. Se avessero provato a farlo non me ne sarei andato perché non bisogna lasciare quando si è sotto pressione. E non è nemmeno vero che ero deluso o cose simili. Anzi, grazie a Dio, ero nello stato d' animo pacifico di chi ha superato la difficoltà. Lo stato d' animo in cui si può passare tranquillamente il timone a chi viene dopo".

Ratzinger è sincero, le riforme non sono di certo il suo forte, a differenza del suo successore: "Ognuno ha il proprio carisma. Francesco è l' uomo della riforma pratica". "È evidente che la Chiesa sta abbandonando sempre più le vecchie strutture tradizionali della vita europea e quindi muta aspetto e in lei vivono nuove forme". "Non sono un fallito", lo ripete ancora, "un mio punto debole è forse la poca risolutezza nel governare e prendere decisioni".

Arriva anche un capitolo più buio nel suo racconto: la morte. "Bisogna prepararsi alla morte. Non nel senso di compiere certi atti, ma di vivere preparandosi a superare l' ultimo esame di fronte a Dio.

Ad abbandonare questo mondo e trovarsi davanti a Lui e ai santi, agli amici e ai nemici" racconta l'ex pontefice.

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