Conte contro Mittal: "Il progetto non va bene, lo respingiamo"

L'annuncio del premier dopo l'incontro al ministero dello sviluppo economico. Intanto oggi l'azienda franco-indiana chiede una proroga della cassa integrazione

Conte contro Mittal: "Il progetto non va bene, lo respingiamo"

"Il progetto che ci è stato anticipato in un incontro non va assolutamente bene, è molto simile a quello originario, lo respingiamo. Lavoreremo durante questo negoziato agli obiettivi prefissati con il signor Mittal e che il signor Mittal si è impegnato con me personalmente a raggiungere. E ci riusciremo". Così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte risponde alle domande dei cronisti a margine di un evento in merito alla giornata internazionale del Volontariato all'università RomaTre, parlando di Arcelor Mittal e dello stabilimento siderurgico di Taranto.

Le dichiarazioni del premier arrivano dopo l'incontro di ieri al ministero dello sviluppo economico a cui hanno partecipato i vertici di Arcelor Mittal da un lato ed i sindacati dall'altro insieme al ministro Stefano Putuanelli.
Nel nuovo piano industriale 2020-2024 per lo stabilimento siderurgico di Taranto sarebbero previsti 4.700 esuberi entro il 2023, di cui 2900 già nel 2020. Ad annunciarlo l'amministratore delegato di Mittal, Lucia Morselli, nel corso dell'incontro di ieri.
Insomma, sembra di essere tornati al punto di partenza.

"Io suggerirei ad ArcelorMittal di ricordarsi che hanno un contratto firmato e che da questi impegni non si esce gratis o pretendendo dagli altri il sacrificio. Mittal, se non ci sta più, deve risarcire lo Stato, Taranto e la Puglia per i danni che ha arrecato sbagliando, almeno dal suo punto di vista, a firmare quel contratto" ha commentato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.
Contrari, chiaramente, all'annuncio della Morselli i sindacati, Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm, che hanno proclamato uno sciopero per il prossimo 10 dicembre.

Oggi, intanto, l'azienda franco-indiana ha inviato una comunicazione ai sindacati per annunciare la richiesta di proroga della cassa integrazione per altre tredici settimane. Questa decisione, scrive nella nota Mittal, "è scaturita dal permanere delle criticità di mercato e dall'insufficienza della domanda di acciaio a livello europeo e globale che hanno condotto alla richiesta di intervento dell'ammortizzatore sociale (la cassa integrazione, ndr)". La stessa azienda annuncia, però, un' "attività di manutenzione ordinaria e straordinaria" degli impianti.

Questa nuova lettera da parte dell'azienda non lascia presagire nulla di buono per i dipendenti dello stabilimento siderurgico (sarebbero 8.259).

"Ci sono già 1600 dipendenti in cassa integrazione con Ilva in amministrazione straordinaria - dichiarano fonti interne al siderurgico - che dovrebbero rientrare nel 2023 o al massimo nel 2025, ma che speranza c'è per questi lavoratori di tornare regolarmente a lavoro se nel frattempo Arcelor Mittal prevede entro il 2023 altri esuberi?".

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