Il Fisco comincia a mostrare i primi segni di resa. Il recupero dell'evasione con una strategia di massa a quanto pare non dà i frutti sperati. E così, come riporta il Fatto Quotidiano, l'Agenzia delle Entrate corre ai ripari rivedendo il suo modo di agire perché di fatto i conti non tornano. E una circolare delle Entrate diramata in Veneto alza un velo sulla capacità del Fisco di mettere le masi sulle cifre evase. Le parole della circolare riportatet dal Fatto sono fin troppo chiare: "La deterrenza esercitata dall'azione di accertamento nei confronti dell'evasione di massa è del tutto insufficiente". Di fatto l'ordine è quello di guardare altrove per recuperare il gettito evaso. L'obiettivo, spiega la direzione provinciale dell'Agenzia, è puntare ad "atti proficui", quelli che si chiudono "con acquiescenza e rinuncia all'impugnazione o con adesione".
La conseguenza è chiara: lasciare da parte tutti i procedimenti che invece non vengono impugnati. Secondo l'Agenzia proprio "la mancata impugnazione", con conseguente iscrizione a ruolo "deve considerarsi estremamente negativo in quanto sintomatico del totale disinteresse del contribuente verso il controllo. Che, pertanto, non risulta produttivo di alcun apprezzabile effetto concreto, neppure di deterrenza". Se il contribuente non impugna l'accertamento secondo l'Agenzia è del tutto inutile proseguire perché molto probabilmente il pagamento non ci sarà e di fatto "solo una minima parte degli importi a ruolo risultano poi riscossi". Infine la circolare diventa ancora più esplicita: "Stto i 3.
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