Coronavirus

Coronavirus, così il governo si è dimenticato dei sordi

La denuncia dell'Ente Nazionale Sordi: "I discorsi di Conte incomprensibili per i sordi". Mancano interpreti persino negli ospedali e i numeri dell'emergenza sono inutilizzabili. FdI: "la Lis entri nell'emergenza coronavirus"

Coronavirus, così il governo si è dimenticato dei sordi

Non è facile orientarsi in questo nuovo mondo di divieti, regole, raccomandazioni. Informazioni che spesso non siamo riusciti a comprendere, che hanno suscitato in noi perplessità e domande. Ci hanno confuso, stordito, disorientato.

Ecco, adesso immaginate come sta vivendo tutto questo chi parla una lingua diversa, sconosciuta persino a chi ci governa: la Lingua dei Segni (Lis). Il linguaggio delle mani, del corpo, delle espressioni. L'unico modo che hanno le persone sorde per comprendere ed essere comprese. L'Italia non l'ha mai riconosciuta, nonostante siano passati più di dieci anni dalla ratifica della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità. E così c'è una fetta di popolazione che rimane tagliata fuori dalle comunicazioni, che non ha accesso a informazioni e notizie. Neppure nei giorni dell'emergenza coronavirus.

Un esempio? Nei discorsi a reti unificate del premier Giuseppe Conte, quelli in cui ci chiedeva responsabilità e sacrifici, qualcuno ha visto un interprete o l'ombra di un sottotitolo? Eppure Conte aveva la pretesa di parlare a tutto il Paese. Le sue parole in realtà sono rimaste un'incognita per circa 250mila persone che si sono sentite offese, smarrite. La denuncia arriva dall'Ente Nazionale Sordi (Ens) che si è occupato di tradurre e diffondere le comunicazione ufficiali attraverso i suoi canali nel minor tempo possibile. Un errore grossolano, che non hanno commesso né il premier francese Emmanuel Macron né l'omologo spagnolo Pedro Sànchez. "I sordi si sono indignati, perché pagano le tasse come gli altri, sono cittadini come gli altri, e vorrebbero poter seguire ciò che dice il loro presidente in tempo reale", denuncia il presidente dell'Ens, Giuseppe Petrucci. Come è potuto accadere? "È uno degli effetti del mancato riconoscimento della Lis, in caso di emergenza - ci spiega Petrucci - Palazzo Chigi non ha fondi per pagare un interprete".

Qualcuno ribatterà: "Vabbeh ma non possono leggere su internet?". Purtroppo no. "I sordi leggono, ma hanno difficoltà a comprendere il senso della lingua scritta perché la loro lingua madre è la Lis", chiarisce Petrucci. E questa è solo la punta dell'iceberg. Se un non udente ha tosse e febbre, se teme di esser stato contagiato, come si può muovere? "Solo in Piemonte, Abruzzo, Toscana e Campania è stato attivato un servizio ponte per mettere i sordi in contatto con i numeri di emergenza attraverso delle piattaforme dedicate", prosegue Petrucci. Solo quattro regioni su venti. A chi ha la sfortuna di vivere altrove, non resta molto da fare se non arrangiarsi. "Chi può si appoggia ai familiari, ma è una minoranza, perché in parecchi casi la sordità è genetica e affligge tutta la famiglia". Una situazione inaccettabile, con cui la comunità dei non udenti si confronta da sempre, ben prima che arrivasse la pandemia a stravolgere le nostre vite. E che neppure la crisi è riuscita a sanare.

A chiedere che "la Lis entri nell'emergenza coronavirus" è anche la deputata di Fratelli d'Italia Augusta Montaruli. Porta la sua firma una delle quattro proposte di legge sul riconoscimento della Lis che attendono di essere discusse dalla Commissione Affari sociali. "Io mi domando - ci dice la Montaruli - cosa accadrà quando il primo sordo arriverà in corsia". Stando a quello che racconta la parlamentare, al momento la comunità dei sordi non è ancora stata toccata dal coronavirus. Ma se dovesse succedere? "In questa emergenza non possiamo permettere che qualcuno di loro rimanga senza supporto nell'ospedalizzazione, che necessariamente esclude figure amiche o parenti per evitare i contagi", spiega la deputata. "Se un udente viene intubato sente le indicazioni del medico e risponde con gli occhi, rischiamo invece di avere a breve pazienti sordi che non riescono a interagire con il personale sanitario". Il virus avanza. I contagi aumentano. Non c'è più tempo da perdere.

"Le unità di crisi - conclude la Montaruli - si attrezzino immediatamente per garantire misure straordinarie affidando interpreti lungo tutto il decorso della malattia".

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