Coronavirus

Ci si può infettare per 2 volte? Come stanno davvero le cose

Tante le domande in fatto di immunità. Come per esempio se si può venire contagiati più volte o quando si è certi di essere guariti

Ci si può infettare per 2 volte? Come stanno davvero le cose

Cosa si sa realmente dell’immunità da coronavirus? Nelle ultime settimane sono diverse le notizie che si sono rincorse in televisione e sui media. Spesso con pareri contrastanti tra gli esperti. In poche parole, si è sentito tutto e il contrario di tutto. E le domande che nascono in noi, poveri cittadini inesperti sul tema, sebbene ultimamente ci siamo fatti tutti una certa cultura in proposito, sono sempre di più.

Possiamo reinfettarci?

Come riportato da Quotidiano.net, cinque in particolare attanagliano la nostra mente. Intanto se possiamo reinfettarci più volte e, nel caso di risposta affermativa, perché questo avviene. Per rispondere a questo quesito ci viene incontro una dichiarazione dell’Organizzazione mondiale della sanità che ha spiegato come essere guariti da una infezione da coronavirus con relativa produzione di anticorpi, non voglia per questo dire essere ormai immuni.

Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana malattie infettive e tropicali, ha sottolineato che al momento si sa solo che, dopo l’infezione da Covid-19, il nostro sistema immunitario produce gli anticorpi. Ma, essendo questo un virus nuovo, e quindi sconosciuto, non sappiamo se poi questi ci proteggeranno. Solo il tempo potrà dare una risposta certa. “Oltre alla risposta attraverso immunoglobuline, misurabili con i test sierologici, nelle malattie respiratorie è importante anche la cosiddetta immunità cellulo-mediata” ha affermato Andreoni. Un secondo punto importante è se sia possibile avere ricadute anche più gravi. La risposta purtroppo sembra a tutti gli effetti essere affermativa. Ci potrebbero infatti essere complicanze, come una grave infiammazione o anche l’abbassamento della tensione di ossigeno nel sangue.

Quando possiamo dire di essere guariti

Gli operatori sanitari guariti e provvisti di anticorpi dovrebbero essere sottoposti saltuariamente al tampone per evitare il rischio di una ricaduta. Per poter essere dichiarato guarito, al paziente devono essere fatti due tamponi distanziati tra loro ed entrambi devono dare esito negativo. Il tempo in cui un soggetto si negativizza varia da persona a persona. Maschi e femmine vengono contagiati più o meno allo stesso modo, sono il 49% nel primo caso e il 51% nel secondo. Quello che è diverso è il dato riguardante i decessi: solo il 36% delle donne muoiono. Tante le ipotesi in questione, ma ancora non c’è nulla di certo. Questa diversità potrebbe dipendere da un fatto ormonale o dal sistema immunologico.

Il rischio di ammalarsi in casa è molto alto

L’ambito familiare, come sottolineato dall’Iss, può essere considerato uno dei luoghi dove il rischio di contrarre il coronavirus è molto alto. Il pericolo è quello che un familiare, costretto a uscire per necessità, una volta rientrato a casa porti con sé il virus senza saperlo, e andando quindi a infettare gli altri conviventi. Paolo Biasci, presidente della Federazione italiana medici pediatri, ha sottolineato che i bambini, chiusi in casa da settimane, qualora dovessero iniziare a manifestare sintomi influenzali, “devono essere considerati casi sentinella di trasmissione intro-familiare del Sars-CoV-2, anche se gli adulti con cui convivono risultano asintomatici”.

Due mesi col coranivirus

La storia di Stefania Giardoni fa un po’ perdere le speranze. Lei con il coronavirus ci convive ormai da due mesi. Ricoverata in tre ospedali diversi, è stata dimessa dopo che il tampone aveva dato esito negativo. Il tempo di tornare a casa e poco dopo fare già ritorno in pronto soccorso. Prima allo Spallanzani, poi al Covid Center 3 di Casal Palocco, e infine al San Camillo. Un’odissea arricchita da quattro tac ai polmoni e una polmonite bilaterale. A oggi Stefania si trova ancora ricoverata in ospedale.

Il 28 aprile rifarà tampone e tac, con la speranza di essere finalmente negativizzata.

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