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Coronavirus, ecco come funzionano gli spostamenti nella zona rossa

In caso di esigenze lavorative o situazioni di necessità è consentivo uscire dalle zone a contenimento rafforzato. Sarà però necessaria un’autocertificazione

Coronavirus, ecco come funzionano gli spostamenti nella zona rossa

Tutti a casa. Frenate i vostri istinti. E state pronti a reagire quando ce ne sarà bisogno. Quando il virus avrà allentato la sua presa. Ci sarà un Paese intero da ristrutturare. Il decreto della presidenza del Consiglio emanato ieri prevede già per questa mattina il monitoraggio nelle aree a contenimento rafforzato. Le zone rosse estese dal governo questo weekend. Tra le zone off limits per il coronavirus si contano la Lombardia e altre 14 province di Piemonte, Emilia, Veneto, Marche e Piemonte.

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Sono Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini in Emilia-Romagna. Pesaro e Urbino nelle Marche. Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli in Piemonte. Padova, Treviso e Venezia in Veneto. In questi territori ci sono limitazioni agli spostamenti, ma non c’è un divieto assoluto. È infatti possibile spostarsi per "esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute". È necessario presentare ai controlli una certificazione che attesti il motivo per derogare alla direttiva. Che ha come obiettivo ridurre il più possibile il movimento da un’area all’altra (e con questo la diffusione del contagio).

Le limitazioni riguardano le persone e non le merci. Chi si sposta per esigenze motivate potrà presentare ai controlli un’autocertificazione. Il modulo è stato messo a disposizione dal dipartimento di pubblica sicurezza. Resta comunque il divieto assoluto a spostarsi, senza eccezioni, per le persone sottoposte a quarantena o positive al coronavirus.

I controlli saranno eseguiti lungo le linee di comunicazione e le grandi infrastrutture dalla polizia stradale e lungo la viabilità ordinaria anche dall’Arma dei carabinieri e dalle polizie locali. La polizia ferroviaria curerà invece (con la collaborazione del personale delle ferrovie dello Stato, delle autorità sanitarie e della protezione civile) tutte le linee ferroviarie. Saranno effettuati controlli su tutti i passeggeri in entrata e uscita dalle stazioni per eseguire le verifiche sullo stato di salute dei viaggiatori con i termoscanner. Anche in stazione, come ai posti di blocco lungo le strade, per andare incontro ai cittadini che non hanno il modulo la polizia ferroviaria fa compilare le certificazioni anche al momento all’apposito desk di controllo.

Così come già avviato in precedenza, negli aeroporti saranno controllati i passeggeri in partenza e in arrivo e, anche in questo caso, sarà necessario esibire l’autocertificazione per muoversi dalle zone a contenimento rafforzato. Per i voli Schengen ed extra Schengen in partenza, le autocertificazioni sono richieste solo per i residenti nelle aree rosse. Mentre in arrivo i passeggeri dovranno motivare lo scopo del viaggio.

Il decreto stabilisce che chi viola le prescrizioni è punito con l’arresto fino a tre mesi e l’ammenda fino a 206 euro, secondo quanto previsto dall’articolo 650 del codice penale sull’inosservanza di un provvedimento di un’autorità pubblica. Ma pene più gravi possono essere comminate per chi adotterà comportamenti, come ad esempio la fuga dalla quarantena per i positivi, che possono configurare il reato di delitto colposo contro la salute pubblica.

Reato che persegue tutte le condotte idonee a produrre un pericolo per la salute di tutti i cittadini.

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