Coronavirus

I musulmani in pressing: "Ora un cimitero islamico ​in tutte le regioni d'Italia"

Il presidente dell'Ucoii: "Abbiamo fatto una proposta per questa pandemia: creare un'area cimiteriale per musulmani a livello regionale, per assicurare in ogni regione un'area per i defunti. Ci vuole solo una recinzione e un pezzo di terra"

I musulmani in pressing:  "Ora un cimitero islamico  ​in tutte le regioni d'Italia"

Un'emergenza, quella del Coronavirus, che ha messo tutti nella condizione di dover fare i conti con la morte. Ogni giorno il bilancio dei decessi pesa come un macigno sul cuore. Lì tra le corsie d'ospedale, nei letti dei reparti di terapia intensiva, c'è chi perde la vita lontano dai suoi cari. Non importa la religione di appartenenza.

A dover fare i conti con la morte e la sepoltura anche i musulmani. Ma perché? "Su ottomila Comuni italiani solo in cinquantotto c'è un'area cimiteriale dedicata ai musulmani all'interno dei cimiteri comunali" dice a "ilGiornale.it" Yassine Lafram, presidente dell'Ucoii, l'unione delle comunità islamiche d'Italia.
Un problema, quello dei defunti, ancora più grosso con l'emergenza Covid-19. " Prima quando un musulmano o una musulmana morivano c'erano due opzioni: o la salma veniva riportata nel suo paese d'origine oppure c'è l'inumazione in Italia. Non è quindi prevista per noi musulmani nè la cremazione nè la tumulazione. Oggi l'esportazione non è possibile perché ovviamente vista l'emergenza l'Italia ha bloccato i voli e per scelta di alcuni Comuni che non accettano più salme.". Lafram ha specificato che è "un timore reale e giustificato quello di non accettare le salme (dato il momento di emergenza, ndr)".

Il problema sono le regole comunali. I piani regolatori cimiteriali sono decisi dai singoli Comuni (essendo i cimiteri di competenza comunale), e ci sono delle regole molto rigide soprattutto per quel che concerne il vincolo della residenza, come ci spiega Lafram. "Ad esempio - continua il presidente dell'Ucoii - nel cimitero di Brescia c'è un'area di sepoltura dedicata ai musulmani, ma se un musulmano dovesse morire in provincia, a cinque o sei chilometri di distanza, non può essere seppellito nell'area di Brescia in quanto il defunto non è residente a Brescia città".

Basti pensare al caso di Pisogne, un Comune in provincia di Brescia, dove una famiglia musulmana è stata costretta a convivere per una settimana con la madre deceduta. La bara è rimasta in casa perchè non c'era il cimitero musulmano nel Comune di residenza.
Ci sono, poi, regioni in cui non c'è un'area cimiteriale per persone di fede islamica, come ad esempio la Campania.
"Il problema lo si risolve mandando in deroga tutti i cimiteri islamici esistenti durante questa emergenza e quindi se uno muore a Lecce, ad esempio, lo si può seppellire a Roma. Le spese di viaggio sono a carico delle famiglie. Oppure, abbiamo fatto una proposta per questa pandemia. Creare un cimitero a livello regionale per assicurare in ogni regione un'area per i defunti. Non ci vuole niente, ci vuole solo una recinzione e un pezzo di terra".

Ruota tutto intorno alla sensibilità dei primi cittadini. Yassine Lafram specifica che mai come in questo momento si è potuta toccare con mano la sensibilità umana dei vari sindaci al di là del colore politico. "Devo ammettere - ha continuato -che abbiamo avuto risposte immediate da sindaci di centro-destra e poi ci sono sindaci di centro-sinistra che continuano a grattarsi il capo".
L'Unione delle comunità islamiche d'Italia ha messo a disposizione, sul suo portale, un numero di whatsapp a cui è possibile inviare un messaggio per segnalare il decesso di un parente. È in quel caso che l'Ucoii interviene facendo da tramite tra le famiglie dei defunti e le istituzioni per cercare un Comune che accetti una salma da far seppellire nell'area dedicata ai musulmani. "È una trafila lunga - spiega Lafram -bisogna contattare il ministero dell'Interno, le prefetture, le istituzioni comunali, le agenzie funebri. E in questo periodo è tutto molto difficile perché le prefetture sono molto impegnate con questa emergenza, non esistiamo solo noi musulmani".

Ci riporta, poi, l'esempio di uno dei medici di fede islamica tornati a lavorare dopo il pensionamento per l'emergenza Covid. "È stato contagiato, è morto e la sua famiglia non è riuscita a trovare un posto nell'area dedicata ai musulmani. È stato seppellito nel cimitero comunale dopo aver servito la sua patria, la nostra Italia".

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