Bisogna prepararsi a tutto: il coronavirus continua a diffondersi incontrastato in tutta Italia. Il nuovo decreto firmato dal premier Giuseppe Conte nella notte impone misure restrittive per l'intera Lombardia e altre 14 province, ma non è ancora il momento di abbassare la guardia. Gli esperti parlano di una diffusione "fulminea" e prevedono, se le regole di contenimento non dovessero funzionare, un incremento fino a 10mila contagi in poche settimane. "Il numero di ricoverati in ospedale previsto alla data del 26 marzo è di 18 mila malati lombardi, dei quali un numero compreso tra 2.700 e 3.200 richiederà il ricovero in terapia intensiva", ha dichiarato il coordinatore dell'Unità di crisi di Regione Lombardia per le terapie intensive, Antonio Pesenti.
Così, mentre il governo firma il decreto, i ricercatori lavorano senza sosta. "È una corsa contro il tempo", ha spiegato la professoressa Maria Rita Gismondo al Fatto Quotidiano. "Dai dati, l'ipotesi è che questo virus fosse attivo da noi già a novembre", ha rivelato l'infettivologa del Sacco di Milano. A confermare questa dichiarazione, i risultati filogenetici sui ceppi e strane polmoniti registrate a dicembre.
E ora che fare? "Il vaccino è in assoluto la soluzione migliore - ha spiegato Gismondo -, perché è preventivo, ma ci vuole tempo e noi non ne abbiamo, stessi risultati possono arrivare dalle terapie che pur nell'emergenza possiamo individuare molto prima". Per arrivare al vaccino serviranno però oltre al tempo anche i soldi. "Prima di un anno non se ne parla e tra un anno il virus potrebbe essere già scomparso, ma questo non significa che allo stesso tempo svaniscano le patologie", ha continuato l'infettivologa. La soluzione ad oggi sembra essere "quella delle terapie. Il Sars2Cov è un virus Rna. E noi già conosciamo i meccanismi di alcune molecole che possono essere utilizzate per bloccarlo".
"Al momento noi abbiamo già individuato molecole che possono mitigare il virus, intervenendo sul ciclo riproduttivo del Rna. Ma possiamo fare anche altro e lo stiamo facendo. La caccia agli anticorpi è fondamentale", ha spiegato Gismondo. Nel frattempo, il laboratorio sta tracciando gli spostamenti del virus cinese e la sua età in Italia: "Lo faremo analizzando il sangue dei pazienti. Abbiamo organizzato, e inizieranno a breve, prelievi su quei pazienti che tra novembre e dicembre hanno avuto polmoniti resistenti".
In questo modo si scoprirà se il Covid-19 era già presente. "L'analisi filogenetica sui ceppi isolati ci fa ipotizzare che il virus fosse dormiente in Italia già da novembre. Dal sangue di questi pazienti capiremo diverse cose".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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