"Illegittimo". La Consulta "cambia" il cognome ai neonati

La Corte Costituzionale ha esaminato la legittimità sulle norme che stabiliscono l'attribuzione del cognome ai figli: "Illegittimo l'automatismo del cognome paterno"

Il palazzo della Consulta a Roma, sede della Corte Costituzionale
Il palazzo della Consulta a Roma, sede della Corte Costituzionale

"Il figlio assume il cognome di entrambi i genitori". A stabilirlo è stata la Corte Costituzionale, che oggi ha esaminato la questione della legittimità costituzionale sulle norme che regolano l'attribuzione del cognome ai figli, che assumono di regola quello del padre.

La Corte, ha fatto sapere l'Ufficio comunicazione, ha ritenuto la norma discriminatoria e lesiva dell'identità del figlio e non corrispondente al principio di uguaglianza. Per questo, entrambi i genitori devono poter condividere la scelta del cognome da attribuire al proprio figlio, perché costituisce un elemento fondamentale dell'identità della persona. Secondo la Corte, quindi, la norma che non consente ai genitori, di comune accordo, di attribuire al figlio il solo cognome della madre e quella che, in mancanza di accordo, impone il solo cognome del padre, sono illegittime. Al contrario, la regola prevede ora che il figlio erediti il cognome di entrambi i genitori, nell'ordine concordato dagli stessi, a meno che essi decidano di comune accordo di dare al figlio solamente il cognome di uno dei due genitori. Nel caso in cui si decida per l'attribuzione di entrambi i nomi, saranno gli stessi genitori a stabilirne l'ordine. Ma, in mancanza di un accordo, la parola passerà al giudice.

La Corte ha quindi stabilito l'illegittimità costituzionale di tutte le norme che prevedono l'attribuzione automatica del cognome del padre. La pronuncia si riferisce ai figli nati nel matrimonio, fuori dal matrimonio e ai figli adottivi. Nelle prossime settimane verrà depositata la sentenza, ma sarà compito del legislatore "regolare tutti gli aspetti connessi alla presente decisione".

"Grande soddisfazione per la pronuncia della Corte Costituzionale" ha espresso la presidente dei senatori Pd, Simona Malpezzi, che chiede ora "al presidente della commissione Giustizia Ostellari che si adoperi perché il provvedimento venga approvato rapidamente e in piena aderenza a quanto stabilito dalla Corte". La pronuncia della Corte è stata definita "decisione storica" dalla senatrice Pd Monica Cirinnà, che ha precisato come la decisione "tuteli l'identità personale di figli e figlie e dia piena attuazione al principio di eguaglianza. È stata eliminata una discriminazione insopportabile, che rendeva invisibili soprattutto le donne nella determinazione della discendenza".

Soddisfazione anche da parte della senatrice di Italia Viva, Donatella Conzatti, che ha sottolineato le "bellissime parole" della Consulta, utili a "segnare un passaggio fondamentale nel percorso verso la completa parità di genere, che parte dalla famiglia, dalla condivisione e dalla conciliazione dei ruoli".

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