Undicesimo sabato di protesta a Milano, dove 4mila manifestanti contro il Green pass sono nuovamente scesi in piazza per manifestare contro l'estensione del passaporto verde, che dal 15 ottobre sarà obbligatorio per tutti i lavoratori del pubblico e del privato. Tanti i cori contro Sergio Mattarella e Mario Draghi, scanditi per tutta la durata del corteo partito da piazza Fontana, che poi è arrivato in piazzale Loreto. Numerosi i momenti di alta tensione con la polizia.
Mani alzate e slogan urlati al megafono: così hanno marciato per le strade di Milano i 4mila in protesta che chiedono l'abolizione del Green pass. "Giù le mani dal lavoro", hanno scandito mentre attraversavano il centro della città, scortati dalla polizia in tenuta antisommossa, pronta a intervenire in qualunque momento. I manifestanti hanno tagliato sul sagrato del Duomo per poi raggiungere corso Vittorio Emanuele nell'ora dell'aperitivo. Qualcuno ha provato a interrompere la protesta, schierandosi davanti al corteo ma poi il tutto è proseguito verso San Babila e, quindi, a Porta Venezia. Tra gli gli slogan pronunciati dai manifestanti, oltre a quelli contro il Green pass, non sono mancati quelli contro Mario Draghi e Sergio Mattarella. Insulti, provocazioni e minacce hanno scandito i passi dei 4mila verso corso Buenos Aires.
Il corteo, nel massimo della sua estensione, ha raggiunto una lunghezza di 1040 metri. Qualche tafferuglio si è creato in serata, quanto i manifestanti hanno raggiunto pizzale Loreto, prima di fare rotta verso la stazione Centrale. Qui il corteo si è disgregato e qualcuno ha innescato lo scontro con i poliziotti. È a questo punto che sono iniziati i cori in favore del vicequestore Nunzia Schilirò, la dirigente della Polizia di Stato sotto la lente di ingrandimento e a rischio di provvedimento disciplinare dopo la manifestazione di Roma di una settimana fa.
Il corteo ha bloccato il traffico di Milano il sabato sera, creando ingorghi e disagi ai cittadini. "Se non cambierà, bloccheremo la città", dicevano i manifestanti mentre avanzavano dietro un cartello con la scritta: "Educare alla libertà".
Sono stati presi di mira anche i giornalisti, i ministri Brunetta e Speranza. Contro di loro altri cori, inneggianti la fine della ipotetica e presunta "dittatura sanitaria", che per i manifestanti si palesa con l'obbligo di esibire il Green pass.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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