Coronavirus

Il vicequestore choc sul palco dei No Pass. Punizione in arrivo

Schilirò sabato in piazza San Giovanni Lamorgese: "Accerteremo le responsabilità"

Il vicequestore choc sul palco dei No Pass. Punizione in arrivo

Fino a che punto la libertà di espressione è per l'appunto libera? E un funzionario di polizia può esporsi pubblicamente contro la legge che dovrebbe tutelare? Dilemmi etici tormentosi (o forse semplici scempiaggini), che per il Dipartimento di Pubblica Sicurezza non si pongono: un procedimento disciplinare è stato avviato nei confronti di Nunzia Alessandra Schilirò, di professione vicequestore della Polizia di Stato, che sabato pomeriggio in piazza San Giovanni, a Roma, ha pensato bene di salire sul palco ad aizzare le migliaia di vocianti No vax e No green pass riuniti come ogni sabato per protestare contro la presunta usurpazione dei diritti provocata dal passaporto vaccinale. «Ha parlato per dieci minuti buoni - ricostruisce una fonte di polizia - prendendo una posizione No vax e No green pass. Questo, finché è frutto di posizione personale, non crea un problema diretto all'amministrazione. Ma sul palco, in questo caso, la dottoressa è stata presentata come dirigente della Polizia di Stato, creando un danno di immagine e una situazione di imbarazzo».

Vero è che la signora Schilirò, una volta sul palco, avrebbe chiarito di trovarsi lì «come libera cittadina per esercitare i miei diritti garantiti dalla Costituzione». Un asterisco che non l'ha salvata dai guai. Che per qualcuno spera seri davvero. «La dottoressa Schilirò dovrebbe dimettersi spontaneamente, per coerenza. Visto che serve uno Stato nel quale sembra non credere», taglia corto Girolamo Lacquaniti, portavoce dell'Associazione nazionale funzionari di Polizia. Mentre la politica chiama in causa anche il ministro dell'Interno. «Mi auguro che il ministro Lamorgese intervenga subito per sospenderla dall'incarico che ricopre e che chiaramente non è in grado di onorare», propone Licia Ronzulli (Forza Italia). La ministra in serata parla di «dichiarazioni gravissime» e garantisce di «seguire la vicenda personalmente con il capo della Polizia, Lamberto Giannini, affinché vengano accertate, con assoluta celerità, le responsabilità sotto ogni profilo giuridicamente rilevante a carico dell'interessata». Insomma, le dimissioni sembrano vicine.

E lei, la poliziotta agitatrice, ha qualcosa da dire? Certo che sì. Per lei non c'è alcuna contraddizione tra il portare la divisa (con compiti direttivi, poi) e partecipare a una manifestazione che si propone di rovesciare l'ordine precostituito. «Ho scelto il mio mestiere perché credevo che non ci fosse niente di più nobile del garantire la sicurezza di ogni cittadino, in modo che chiunque fosse libero di esprimere il proprio vero sé - si sfoga la signora Schilirò sul suo profilo Facebook -. Se questo mi viene negato, il mio mestiere non ha più senso. Andrò avanti sempre, con o senza divisa, per amore del mio Paese».

La libertà, o meglio quello che lei e gli antivaccinisti chiamano così, sta molto a cuore alla vicequestore, che su Facebook è stata più volte bloccata per contenuti considerati inopportuni, e che per questo invita i suoi fan a seguirla sul più spregiudicato Telegram, dove spadroneggia come Nandra diffondendo strampalate teorie antiscientifiche. E invitando alla rivolta: «La disobbedienza civile è un dovere sacro quando lo Stato diventa dispotico». Parola di vicequestore.

Che poi la signora Nandra Schilirò coltiva pure qualche motivo di risentimento. «È bello apprendere dai giornali, anziché dalla propria amministrazione, di essere già sotto procedimento disciplinare». Comunque lei si dice «molto serena».

No vaccini, no green pass e no rimpianti.

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