Così Apple cambia ancora (e non è la solita musica)

Con il servizio di streaming di canzoni e la radio on line parte l'attacco a un mercato globale finora lasciato alla concorrenza. Con 30 milioni di file a disposizione di tutti

Una volta l'anno Apple raduna tutti a San Francisco ma non parla di prodotti. Così il resto del mondo per un po' ha pensato che il WWDC - l'acronimo di WorlWide Developers Conference - fosse un appuntamento di poca importanza: in fondo in quell'occasione si illustrano solo servizi. La cura Tim Cook ha però cambiato i parametri delle Mela e quello che è successo lunedì scorso al Moscone Center è un nuovo punto di partenza di un'azienda arrivata già in cima a tutti. Lo dicono i numeri: «Abbiamo raggiunto - ha detto Cook con il sorrisetto delle grandi occasioni - 100 miliardi di download nel nostro App Store. E abbiamo distribuito ai nostri sviluppatori 30 miliardi di dollari». Developers , insomma, e contenti. E lo saranno ancora di più in futuro.

APPLE MUSIC Davvero: la one more thing che ha chiuso l'evento era in realtà l'annuncio che tutti aspettavano. Apple cambia il suo servizio di musica, che diventa streaming a 9.99 dollari (e euro) al mese - con tanto di abbonamento famiglia per 14.99 - e dal 30 giugno, gratis per tre mesi, scaricherà tutta la libreria dell'utente in un cloud a cui attingere 30 milioni di canzoni quando e dove si vuole (da sentire anche offline). Tutto già visto? Certo, ma con qualcosa in più: ad esempio «Beast 1», l'emittente globale completamente gratuita che trasmetterà 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 in oltre 100 Paesi e sarà gestita da Zane Lowe a Los Angeles, Ebro Darden a New York e Julie Adenuga a Londra. E poi Connect, il servizio in cui artisti grandi e piccoli, possono condividere progetti, idee e musica con i propri fan. Direttamente e senza filtri. E qui sta il punto: la concorrenza offre musica, Apple un servizio globale. E lo farà anche su Android e Windows: cade un tabù insomma: una vera sfida totale, detto in soldoni. E tanti.

EL CAPITAN A San Francisco si è visto il nuovo sistema operativo per Mac, il cui nome ricorda la celebre montagna del parco Yosemite, cioè il nome dell'attuale sistema operativo. Insomma un aggiornamento che sposta più in là la produttività e la velocità. Per esempio: la maggiore accelerazione grafica vuol dire più performance delle applicazioni e dei videogiochi. E anche scaricare i pdf 4 volte più velocemente, tanto per dire. Poi, vabbé, ci sono tutta una serie di nuove funzioni che integrano sempre di più il sistema, tutte cose che hanno fatto divertire sul palco il gigioneggiante Craig Federighi, capo della parte software. E che faranno divertire, sicuro, anche noi.

iOS9 È il nuovo sistema operativo di iPhone e iPad che arriverà in autunno e che renderà i device di Apple più multitasking che mai. Diciamolo: gli appassionati di Android hanno accolto con un po' di ironia cose - come la possibilità di aprire più app insieme sullo schermo - che sui loro smartphone e tablet sono disponibili già da tempo. Però per gli utenti iOs il passo in avanti è epocale. E poi comunque c'è Siri, l'assistente vocale e personale: finalmente più intelligente e proattivo, cioè conscio di dove si trova nel mondo. E capace di dare suggerimenti appropriati senza che tu neanche glieli chieda.

WATCH iOS L'Apple Watch da noi arriva il 26, Cook intanto lancia il sistema operativo studiato per lui. Vuol dire un proliferare di app, soprattutto perché il sistema è open source: aperto. Questa è la notizia clamorosa, anche se Apple non derogherà mai al suo concetto di privacy. Non resta che assitere al boom.

IL RESTO (NON È MANCIA) Un divertente articolo su Blogo si è divertito a stilare una classifica delle potenziali future vittime di Apple: ad esempio Flipboard, il giornale personale che pesca articoli da altre fonti e che iOs integrerà nell'app News.

Ma anche Google Now (grazie a Siri), i vari servizi di pagamento (visto che Apple Pay sbarca nel Regno Unito anche per salire sul bus) e poi - appunto - Pandora, SoundCloud e Spotify, superati dalla social radio di Apple Music. Non sarà così, ma il rischio comunque c'è. E non è detto che lo snobissimo «oh, ok» twittato dal capo di Spotify Daniel Ek, non si trasformi presto in un «ah, però...».

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