Covid, duro colpo per l'Oms: cade lo studio anti clorochina

La rivista The Lancet prende le distanze dall'articolo che aveva portato l'Oms a interrompere gli studi clinici con l'idrossiclorochina contro il Covid-19. L'annuncio del direttore generale: riprenderà la sperimentazione

Covid, duro colpo per l'Oms: cade lo studio anti clorochina

Ora cambia tutto. La ricerca pubblicata da Lancet sui possibili effetti collaterali della clorochina, lo studio che ha spinto l'Oms e l'Aifa a bloccarne l'uso, potrebbe avere "gravi questioni scientifiche" che ne fanno traballare il contenuto. La rivista medica, infatti, ha preso le distanze dall'articolo disponendo l'apertura di una revisione interna dai suoi stessi autori. E così, a poche settimane dall'annuncio sulla sospensione dei trial clinici, l'Oms fa marcia indietro e riprende la sperimentazione dell'idrossiclorochina per la cura del Covid-19.

Facciamo un passo indietro. La clorochina è un farmaco anti-malarico utilizzato già da tempo anche contro il lupus o l'artrite reumatoide. Quando è esplosa l'epidemia da coronavirus, in Italia - ma non solo - alcuni medici l'hanno applicata nella cura al Covid-19. A Piacenza, come raccontato dal Giornale.it, il dottor Luigi Cavanna l'ha somministrata ai pazienti che andava a visitare a domicilio. E i risultati, dice lui, sono più che confortanti: "Nessuno dei miei pazienti è morto".

Una settimana fa però arriva una notizia che spiazza i tanti sostenitori del farmaco. Lancet pubblica uno studio secondo cui l'utilizzo della clorochina non solo non avrebbe benefici, ma potrebbe anche essere pericoloso a causa degli effetti a livello cardiaco. Insomma: aumenta il rischio di morte. L'Oms legge lo studio, lo fa suo e decide di sospendere il farmaco. Poi a cascata tutti gli enti regolatori fanno altrettando. L'Aifa italiana si adegua e in una nota spiega che "nuove evidenze cliniche relative all’utilizzo di idrossiclorochina nei soggetti con infezione da SARS-CoV-2 (seppur derivanti da studi osservazionali o da trial clinici di qualità metodologica non elevata) indicano un aumento di rischio per reazioni avverse a fronte di benefici scarsi o assenti". Poco dopo, però, 120 scienziati e medici contestano la ricerca, indicando in una lettera al direttore di Lancet i diversi punti non chiari (leggi qui). Le critiche sono diverse, soprattutto a livello metodologico e di integrità dei dati: "Non hanno rilasciato il loro codice o i loro dati”; "Non c'è stata una revisione etica”; "Non c'è stata alcuna menzione dei Paesi o degli ospedali che hanno contribuito alla fonte dei dati e nessun riconoscimento ai loro contributi”; e via dicendo.

Dunque il colpo di scena. Ieri la rivista medica ha lanciato una ’expression of concern’, cioè un avvertimento, sullo studio in questione. "Sono stati sollevati importanti quesiti scientifici riguardo ai dati riportati nell’articolo - si legge nel comunicato - Anche se è stato commissionato dagli autori non affiliati a Surgisphere un controllo indipendente sulla provenienza e la validità di questi dati (controllo che è in corso e i cui risultati sono attesi a breve) abbiamo voluto esprimere la nostra preoccupazione per avvisare i lettori che sono stati portati alla nostra attenzione seri interrogativi scientifici”. Non tutti però la ritengono una retromarcia sufficiente. "Non è abbastanza, abbiamo bisogno di una vera valutazione indipendente", scrive su Twitter il ricercatore James Watson, uno dei promotori della lettera aperta, come riporta l'Agi. Duro anche il commento del professor Stephen Evans, della London School of Hygiene and Tropical Medicine: "Vi sono dubbi sull’integrità dello studio Lancet. A posteriori, sembra che i responsabili politici abbiano fatto troppo affidamento su questo documento".

Così alla fine il direttore generale dell'Oms è stato "costretto" al passo indietro: "Come sapete il gruppo esecutivo aveva sospeso il trial" ma "sulla base dei dati disponibili sulla mortalità, i membri del comitato hanno

ritenuto che non vi siano motivi per modificare il protocollo di prova", ha spiegato. "Il comitato per la sicurezza e il monitoraggio dei dati continuerà a monitorare da vicino la sicurezza di tutti i trattamenti terapeutici".

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