Coronavirus

Covid, tutte le terapie domiciliari: ecco come curarsi a casa

Sì a paracetamolo e Fans, no a corticosteroidi, eparina ed antibiotici se non in casi specifici: ecco le cure anti-Covid per i pazienti che rimangono in casa. In arrivo anche tre "nuovi" farmaci

Covid, tutte le terapie domiciliari: ecco come curarsi a casa

In attesa che i vaccini facciano il loro effetto e si proceda il più velocemente possibile con la somministrazione alla maggior parte della popolazione, esiste un protocollo ben preciso che i malati domiciliari, quelli che fortunatamente non devono ricorrere alle cure ospedaliere, devono seguire in caso di infezione da Covid-19.

I gradi della malattia

Il Comitato Tecnico Scientifico (Cts) ha pubblicato le linee guida (qui il documento) per la "Gestione domiciliare dei pazienti con infezione da Sars-Cov-2". Innanzitutto, esiste una classificazione in base allo stadio della malattia a cura dell'NIH, National Institue of Healt, uno dei centri di ricerca media più importanti al mondo, secondo il quale la malattia si divide in cinque punti principali: infezione asintomatica o presintomatica, malattia lieve, malattia moderata, malattia severa e malattia critica. In base a questa classificazione, i medici di medicina generale in stretta collaborazione con le Usca ((Unità Speciali di Continuità Assistenziale), svolgono un ruolo fondamentale nel monitoraggio e nella gestione dei malati Covid che non richiedono ospedalizzazione. Dopo aver identificato e visto la gravità della malattia, si aprono diversi scenari.

Cure per asintomatici e paucisintomatici

Chi presenta sintomi lievi, cioè la presenza di sintomi quali febbre (>37.5°C), malessere, tosse, faringodinia, congestione nasale, cefalea, mialgie, diarrea, anosmia, disgeusia, in assenza di dispnea, disidratazione, alterazione dello stato di coscienza, per soggetti con queste caratteristiche cliniche "non è indicata alcuna terapia al di fuori di una eventuale terapia sintomatica di supporto", come si legge sul documento del Cts.

I soggetti a domicilio asintomatici o paucisintomatici, sulla base delle informazioni e dei dati attualmente disponibili, devono rispettare le seguenti indicazionI: oltre ad una vigile attesa ed una misurazione periodica della saturazione dell’ossigeno tramite pulsossimetria, nei trattamenti sintomatici sono consentiti il paracetamolo o i Fans (Farmaci antinfiammatori non steroidei). Attenzione, non bisogna modificare eventuali terapie croniche già in atto per altre patologie (es. terapie antiipertensive, ipolipemizzanti, anticoagulanti o antiaggreganti) perché si rischierebbe di provocare aggravamenti di condizioni preesistenti.

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Nuove terapie

Accanto a queste cure di base, si stanno aggiungendo tre nuovi farmaci per i pazienti domiciliari: il Raloxifene, solitamente prescritto per curare e prevenire l'osteoporosi nelle donne in post-menopausa e somministrato per la prima volta lunedì scorso ad un paziente delle Uscar del Lazio come viene riportato dal Messaggero. Questa terapia sarà somministrata ai pazienti con età superiore ai 40 anni. La seconda cura sarà a base di Colchicina, oggi usata per trattare gli attacchi di gotta, per l'artrite gottosa ricorrente e per la pericardite acuta, un farmaco analizzato dall'Università di Perugia e che dovrebbe essere prescritto nei prossimi giorni anche dai medici di base ai pazienti sopra i 18 anni. Infine, per la prima volta in Italia si userà anche l'Interferone, fino ad oggi ampiamente usato per curare l'epatite B e C, leucemie e linfomi. In questo caso, a somministrarlo saranno le Uscar.

Cosa è vietato

Invece, tra i farmaci da non utilizzare per curare il Covid a casa troviamo i corticosteroidi, raccomandati soltanto nei soggetti con malattia Covid-19 grave che necessitano di supplementazione di ossigeno. L’impiego di questi farmaci a domicilio può essere considerato solo in quei pazienti il cui quadro clinico non migliora entro le 72 ore, in presenza di un peggioramento dei parametri pulsossimetrici che richieda l’ossigenoterapia. Non bisogna utilizzare neanche l'eparina, indicata soltanto nei soggetti immobilizzati per l’infezione in atto e sono vietati anche gli antibiotici da riservare soltanto in tre casi principali: presenza di febbre persistente per oltre 72 ore, tutte le volte in cui il quadro clinico ponga il fondato sospetto di una sovrapposizione batterica oppure quando l’infezione batterica è dimostrata da un esame microbiologico. Bandita anche l'idrossiclorochina, la cui efficacia non è stata confermata in nessuno degli studi clinici controllati fino ad ora condotti.

Infine, non bisogna somministrare farmaci mediante aerosol se in isolamento con altri conviventi per il rischio di diffusione del virus nell’ambiente.

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