Cronache

Il Cts blocca la riapertura delle piste da sci: "È pericoloso"

Il Comitato tecnico scientifico boccia il piano presentato dalle Regione per la riapertura degli impianti sciistici: "Ci sono punti da rivedere"

Il Cts blocca la riapertura delle piste da sci: "È pericoloso"

La riapertura degli impianti sciistici, prevista per il prossimo 7 gennaio, rischia di slittare per l'ennesima volta. A metterci lo zampino, stavolta, sono i membri del Comitato tecnico scientifico (Cts) che, in barba a quanto stabilito dall'ultimo dpcm, hanno deciso di bocciare la proposta delle Regioni. "Troppe carenze per ripartire in sicurezza" rivelano fonti vicine al Corriere della Sera.

I punti da rivedere

Sono tanti, forse troppi, gli aggiustamenti da fare per soddisfare a pieno l'applicabilità delle misure anti contagio in alta quota. Così, gli esperti hanno deciso di mettere a verbale tutte le "numerose carenze" nel piano consegnato dai governatori e tutte le "necessità" per garantire una ripartenza in sicurezza degli impianti sciistici. "Una parte rilevante dei mezzi di risalita nei comprensori sciistici (in particolare cabinovie e funivie) presentano caratteristiche strutturali e di carico tali da poter essere assimilati in tutto e per tutto ai mezzi utilizzati per il trasporto pubblico locale (autobus, filobus, tram e metropolitane), - scrivono nel verbale datato 24 dicembre 2020 - rappresentando pertanto un contesto a rischio di aggregazione medio-alto, con possibilità di rischio alto nelle ore di punta in base alla classificazione del livello di rischio di contagio da SARS-CoV-2. Deve pertanto prevedersi un’efficace riorganizzazione del sistema degli impianti di risalita da affiancare a misure di prevenzione e protezione collettive e individuali che necessitano, comunque, della collaborazione attiva degli utenti che dovranno continuare a mettere in pratica i comportamenti previsti per il contrasto alla diffusione dell’epidemia".

Valutazione del rischio epidemiologico

Conditio sine qua non per la riapertura degli impianti sarà la "valutazione del rischio epidemiologico", ovvero, l'andamento dei contagi nella Regione di collocazione della struttura. "Nell’ottica della loro prossima riapertura, - si legge nello scritto - che dovrà comunque essere preceduta da una propedeutica rivalutazione della situazione epidemiologica, deve necessariamente essere messo in evidenza che le misure proposte possono trovare applicazione solo nel caso in cui l’andamento epidemiologico a livello di Regione o Provincia Autonoma sia compatibile con la classificazione del rischio nella cd. zona gialla".

Seggiovie e calotte occupate al 50% in caso di necessità

Così come per i mezzi di trasporto pubblico cittadino (autobus, metro e treni, per intenderci), anche per seggiovie e calotte l'occupazione resta del 100% purché "ci sia l'obbligo per i passeggeri di indossare le mascherine a bordo". Ma se invece "dovesse rendersi necessaria la chiusura della calotta (ad esempio per condizioni meteo avverse o temperature eccessivamente basse) dovrà necessariamente prevedersi la riduzione della capienza al 50% anche per le seggiovie, fermo restando l’obbligo di mantenere la mascherina durante tutto il trasporto".

Funivie al 50%

Diversa la previsione "per gli impianti chiusi (cabinovie e funivie) dove va operata la riduzione della capienza al 50% a cui associare sempre l’uso obbligatorio della mascherina".

Gli ski-pass solo su prenotazione

Per quanto riguarda il "contingentamento" delle presenze sui campi da sci, mediante l' introduzione di un tetto massimo di skipass giornalieri vendibili, si sottolinea "la necessità di declinare criteri chiari per la definizione di tali tetti massimi che tengano conto non solo delle quote giornaliere ma anche di quelle settimanali e stagionali". Ciò significa che "andrebbe anche previsto un sistema di prenotazione che possa consentire una gestione strutturata del numero di utenti che possono effettivamente accedere ai comprensori sciistici ed ai relativi impianti di risalita in ogni singola giornata, anche attraverso il coordinamento non solo (come già previsto) con i rappresentanti di categoria e le Autorità Sanitarie competenti, ma anche con i rappresentanti delle strutture ricettive".

Le file agli impianti

Secondo quanto riferiscono i membri del Cts, nel documento proposto dalle Regioni mancherebbero "previsioni relative alla gestione dei flussi per il controllo dello skipass o di altre tipologie di titoli di accesso". Dal momento che le linee guida devono essere applicabili a tutti i contesti sul territorio nazionale "è necessario mettere a punto misure idonee ad evitare assembramenti ed a ridurre le occasioni di contatto in tutte le realtà in cui la verifica del titolo di viaggio nel corso dell’intera giornata non possa essere svolta con modalità contact-less, soprattutto nei prevedibili momenti di maggiore afflusso".

In ogni caso, le linee guida, equiparate al trasporto pubblico, "devono essere aggiornate e le misure, comprese le eventuali deroghe, - concludono -adeguate a quelle che erano state delineate nel corso dello scorso mese di luglio 2020, in una fase della pandemia caratterizzata da un numero stabilmente molto basso di nuovi casi giornalieri in condizioni di bassa incidenza".

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