Cronache

Cucchi, la procura di Roma: "Disposti a riaprire le indagini"

Pignatone incontrerà domani la famiglia Cucchi: "Inaccettabile che una persona muoia mentre è affidata allo Stato"

Cucchi, la procura di Roma: "Disposti a riaprire le indagini"

"Se emergeranno fatti nuovi o comunque l’opportunità di nuovi accertamenti, la procura di Roma è sempre disponibile, come in altri casi, più o meno noti, a riaprire le indagini". Mentre montano le polemiche per le recenti assoluzioni della Corte d'Appelli, il procuratore della Repubblica di Roma Giuseppe Pignatone si dice pronto a riaprire le indagini sulla morte di Stefano Cucchi. E di questo parlerà con i famigliari e il difensore del ragazzo quando, già nelle prossime ore, li incontrerà per fare il punto sulla vicenda. "Se dalle loro prospettazioni e dalla lettura della sentenza di appello emergeranno fatti nuovi o l’opportunità - promette - saremo disponibili a cercare nuove prove nel rispetto, ovviamente, delle regole dettate dalla legge".

Proprio a proposito del caso Cucchi, Pignatone ci tiene a sottolineare che "non è accettabile, dal punto di vista sociale e civile prima ancora che giuridico, che una persona muoia, non per cause naturali, mentre è affidata alla responsabilità degli organi dello Stato". Tuttavia, ricorda anche che la responsabilità penale è, come vuole la Costituzione, "personale, e non collettiva, e deve essere riconosciuta dalle sentenze dei giudici, che tutte meritano assoluto rispetto anche quando, come nel caso di specie, tra loro contrastanti e, a parere dell’ ufficio di procura, in tutto o in parte non condivisibili". Proprio nel caso Cucchi, secondo il procuratore della Repubblica di Roma, "la sentenza di appello non è ancora definitiva e non se ne conoscono le motivazioni". Peraltro, arriva "dopo un lungo e complesso iter processuale nel corso del quale tutte le parti, pubbliche e private, hanno potuto richiedere ai giudici gli accertamenti e gli approfondimenti ritenuti opportuni o necessari".

Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, ha accolto con soddistazione l'apertura del procuratore capo della Repubblica di Roma: "È una decisione importante". Ma avverte: "Rimaniamo in attesa di giustizia e verità come abbiamo sempre fatto in questi cinque anni".

Da qui l'invito ad "azzerate tutte le perizie e le consulenze che hanno fatto solo fumo e nebbia sui fatti".

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