Che cosa accadrà tra poco? La "profezia" sui contagi

Il commissario Domenico Arcuri afferma che la "curva dei contagi inizia a raffreddarsi" e si intravedono segnali positivi. Ecco gli indicatori da tenere d'occhio per capire il comportamento del virus

Che cosa accadrà tra poco? La "profezia" sui contagi

"La curva dei contagi inizia a raffreddarsi". Ad annunciarlo è stato il commissario straordinario all'emergenza coronavirus, Domenico Arcuri, durante la conferenza stampa di ieri. Gli ultimi dati sulla diffusione del Covid-19 in Italia mostrano segnali positivi indicando un rallentamento nella velocità della crescita dei contagi. Ma la curva del virus sta davvero frenando? Per capirlo, è necessario prendere in considerazione alcuni indicatori.

Il dato principale da osservare è il rapporto tra il numero di casi positivi e quello dei tamponi effettuati. In questo senso, negli ultimi giorni ci sono stati lievi segnali positivi: il 9 novembre, infatti, la percentuale di positivi rispetto ai test aveva raggiunto il 17,1%, per poi iniziare a scendere. "È un segnale che mi spinge ad avere un minimo di ottimismo", ha confessato al Corriere della Sera, Enzo Marinari, professore di Fisica alla Sapienza di Roma, che da diversi mesi monitora la situazione insieme ad alcuni colleghi. Ieri, però, questo dato è tornato a crescere, aumentando di quasi due punti percentuale rispetto al giorno precedente (16,2% contro il 14,6%). Come spiega il Corriere, si tratta di "un dato in controtendenza", ma nulla che possa indicare, per il momento, che la curva abbia iniziato a risalire.

Un altro indicatore da tenere presente è l'indice Rt, che rivela la contagiosità del virus. Secondo quanto dichiarato al Giornale dal virologo dell'Università Statale di Milano, Fabrizio Pregliasco, "stiamo assistendo a una piccola riduzione del Rt", che "adesso è fermo mediamente a 1,7, e questo al momento è un dato positivo". Ma per capire se la curva sta davvero rallentando bisognerà aspettare ancora, "perché il picco di ricoveri dovrebbe arrivare a fine novembre".

Ci sono, poi, altri due indicatori da tenere sotto controllo: il numero dei morti e quello dei ricoverati in terapia intensiva. "Nei prossimi giorni continueranno a salire, perché c'è uno sfasamento temporale tra contagi e decessi- spiega Marinari al Corriere della Sera- Ma nel giro di qualche giorno dovranno cominciare a scendere". Nei prossimi giorni, quindi, è probabile che il numero delle vittime e dei pazienti ricoverati continui a salire ma, nel giro di una settimana, si potrebbe iniziare a vedere qualche segnale di miglioramento.

Per il momento, come spiegato ad AdnKronos da Pregliasco, gli ultimi dati "confermano qualche segnale positivo, non in termini di abbassamento della curva, ma di riduzione della velocità di crescita". E a causare questo andamento potrebbero essere state le misure introdotte dall'ultimo Dpcm, con la divisione dell'Italia in tre tipologie di zone. Anche nel corso della prima ondata, infatti, per toccare con mano gli effetti del lockdown, era stato necessario aspettare circa due settimane. "È probabile che la curva si stia avvicinando al picco, un picco che potrebbe essere raggiunto la prossima settimana - stima Pregliasco- dopo il giorno 15, fra il 18 e il 20".

608px;">Il Corriere della Sera, però, avanza anche un'altra ipotesi, illustrata dal fisico Giorgio Parisi: il rallentamento della curva potrebbe non essere dovuto al raggiungimento (o quasi) del picco, ma potrebbe essere causato dall'inefficacia del sistema di tracciamento. E per capire se veramente la curva dei contagi sta rallentando dovremo aspettare qualche giorno e controllare gli indicatori.

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