"Dai profughi con i marchi sul petto...". Lo sfondone della Lucarelli sul giaccone di Salvini

È polemica sul giaccone indossato da Matteo Salvini in Polonia ma l'indumento è quello di un'associazione che assiste i malati di cancro

"Dai profughi con i marchi sul petto...". Lo sfondone della Lucarelli sul giaccone di Salvini

Purtroppo, i social network sono diventati una cassa di risonanza anche in senso negativo e qualunque cosa venga detta rischia di diventare virale. Chi utilizza questo strumento spesso non si rende conto dei suoi effetti e parla senza avere la benché minima cognizione di causa. Ci si unisce spesso al coro senza verificare che quanto si sostiene sia corretto e il risultato è un effetto domino di inesattezze, che nei casi più gravi diventano vere e proprie fake news. L'ultimo esempio riguarda il viaggio di Matteo Salvini o, meglio, il giaccone indossato dal leader della Lega durante la visita nella cittadina di Przemysl, al confine con l'Ucraina, dove arrivano ogni giorno migliaia di profughi e dove il leader della Lega è stato contestato. La polemica stavolta è nata sui loghi dei brand ben visibili sul petto di Salvini, che però avevano un significato ben preciso e benefico.

Infatti, quello è il giaccone dell'associazione Cancro primo aiuto Onlus con la quale Matteo Salvini collabora da ormai diversi anni. La Cpa è stata fondata dalla figlia di Walter Fontana, ex senatore Dc ed ex presidente dell'associazione Industriali di Monza e Brianza. Basta andare sul profilo Instagram dell'organizzazione per trovare un post datato 14 gennaio 2022 in cui la testimonial della Cpa indossa la medesima giacca di Matteo Salvini. "Un saluto alla nostra testimonial Isabella Tovaglieri, che dalle Alpi francesi indossa la nuova giacca Cancro primo aiuto Onlus, edizione 2022", si legge nella didascalia dell'immagine. A differenza di quanto sostenuto da molti sui social per montare la polemica contro il leader della Lega, i marchi non evidentemente legati in alcun modo a Matteo Salvini.

Tra le prime a incendiare gli animi sul tema c'è stata Selvaggia Lucarelli, che con una storia Instagram ha fatto notare: "Va dai profughi ucraini con i marchi sul petto...". La giornalista ha un enorme seguito sui social e in breve tempo questa sua annotazione ha preso vigore, scatenando in poco tempo una marea di insulti in base al ben noto "effetto valanga" che contraddistingue i social: una palla di neve che rotola dalla cima rischia di diventare una slavina man mano che scende verso valle.

Selvaggia Lucarelli

"Da una situazione così tragica quest’uomo ne trae beneficio economico, sono inorridita, stravolta, incredula, non so cosa aggiungere", si legge in uno dei tanti commenti che si trovano sfogliando Twitter da parte di chi, evidentemente, non ha approfondito l'argomento e si è fermato a quanto visto o, peggio, riportato da altri, senza verificare se le proprie affermazioni fossero corrette oppure no. D'altronde è così che le fake news diventano virali, approfittando della leggerezza con la quale tutti si sentono in diritto pontificare su tutto.

Come spesso accade in questi casi sono partiti gli appelli a boicottare gli sponsor ben visibili sul giaccone, senza considerare che, proprio grazie a quelle aziende, l'associazione Cancro primo aiuto Onlus può svolgere la sua

attività a sostegno delle persone in difficoltà. Forse, prima di iniziare la caccia con i forconi e la pece, sarebbe meglio informarsi per capire cosa ci sia dietro e parlare in coscienza, non sull'onda emotiva del momento.

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