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Dalle "tenebre" all'alba di Bruxelles

Deve essere una specie di legge del contrappasso, non c'è altra spiegazione. Serviva la compagnia dei grandi dell'Unione, per far capire al premier Conte quanto sia pesante trascinare una trattativa fino alle prime luci dell'alba

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Deve essere una specie di legge del contrappasso, non c'è altra spiegazione. Serviva la compagnia dei grandi dell'Unione, dalla Merkel a Macron e compreso quel cattivone di Rutte, per far capire al premier Conte quanto sia pesante trascinare una trattativa fino alle prime luci dell'alba. Perché quando alle 5.32 di ieri mattina il belga Michel ha annunciato su Twitter: «Deal!», accordo raggiunto dopo 92 ore di discussioni, ci siamo persuasi che allora è vero, la notte porta Consiglio. A volte perfino quello europeo.

Fare le ore piccole attorno a un tavolo, quindi, non è una prerogativa di chi frequenta Palazzo Chigi. «Questo governo non lavora con il favore delle tenebre», aveva rivendicato il premier replicando a chi lo accusava di aver chiesto il soccorso del Mes all'insaputa degli alleati, che magari dormivano, come di solito accade quando si tratta di cose importanti. Però fa un certo effetto vedere Conte a Bruxelles che cerca di riposare su un divanetto, durante una pausa dei lavori, con le carte tra le mani, sotto la tenue luce di un neon. Proprio lui, il capo del governo che più di tutti ha abituato gli italiani a Cdm di mezzanotte, vertici di maggioranza da rave party, conferenze stampa antelucane. Tanto che si è ironizzato sul Conte Dracula, non soltanto per la tendenza a vampirizzare i risparmi dei cittadini in bolletta dopo mesi di lockdown, ma se non altro per l'innegabile predilezione a procrastinare gli impegni decisivi a dopo il tramonto. A cominciare da quella visita in Lombardia, nelle zone ferite dal virus, arrivata fuori tempo massimo, ma qui le lancette dell'orologio sono la minima parte del problema. Durante l'emergenza, i messaggi di «Giuseppi» erano un appuntamento fisso del palinsesto televisivo di seconda e terza serata, spesso al sabato, al punto che l'illustrazione dei Dpcm a reti quasi unificate è diventata un nuovo genere televisivo, capace di ipnotizzare uomini e donne in quarantena. Come un varietà anni '80, peccato che di Fantastico nelle comunicazioni presidenziali ci fosse ben poco.

Adesso Quelli della notte giurano di aver strappato il più grande compromesso della recente storia europea. Raggiunto dopo quattro giorni di negoziati estenuanti, trattative segrete, rari momenti di relax a uso e consumo delle telecamere, pasti «frugali» (guarda un po'...). Con questa valanga di miliardi in arrivo, e i sorrisi che si sprecano, verrebbe da pensare che l'unico debito a preoccupare la delegazione governativa, al rientro dalla missione Recovery, sia quello delle ore di sonno perse. D'ora in avanti, in mancanza delle Olimpiadi, perché non fare dirette streaming dei vertici-campionati europei? Francia-Germania contro Ungheria-Polonia, l'Inghilterra eliminata, la rivelazione Austria, e con l'Olanda che ci chiede la rivincita sul... rigore.

C'è materiale per tenere svegli gli italiani nelle calde notti d'estate, anche se milioni di partite Iva fanno fatica a prendere sonno da un pezzo.

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