Cronache

Desirée stuprata, i frati difendono l'africano: "Un verme? Così Salvini lo offende"

Il comunicato dei missionari comboniani contro Salvini: "Associare la parola ‘verme’ a immigrato comporta il pericolo reale di fare emergere sentimenti di istigare atti di violenza"

Desirée stuprata, i frati difendono l'africano: "Un verme? Così Salvini lo offende"

Invece di prendersela con chi ha drogato e stuprato Desirée Mariottini, i missionari comboniani mettono nel mirino il ministro Salvini. Il motivo? Con la sua condanna dei "vermi" che hanno ammazzato la 16enne nel quartiere San Lorenzo di Roma, avrebbe istigato "atti di violenza contro gli africani". Tutta colpa di una "una violenza verbale reiterata" che a quanto pare non piace ai religiosi e che anzi li rende "indignati e sgomenti".

"La tragica fine della giovanissima Desirée - si legge in una nota pubblicata sul sito del mensile Nigrizia -, esige che venga fatta giustizia e che i colpevoli siano presto identificati e processati. Tuttavia riteniamo perverso ogni tentativo di strumentalizzazione della sua morte, in modo specifico per attaccare gli immigrati". A irritare i missionari è stato in particolare il termine "verme" più volte ripetuto dal ministro dell'Interno. "Reputiamo l’epiteto ‘verme’ offensivo e denigratorio nei confronti della persona arrestata sulla quale si vuole insinuare che abbia una responsabilità criminale prima ancora di essere processata – spiegano i comboniani -. Inoltre, non si può negare che l’associare la parola ‘verme’ a immigrato comporta il pericolo reale di fare emergere sentimenti di odio razziale e istigare atti di violenza verso gli stranieri nel nostro Paese, in modo particolare verso gli africani”.

E pensare che sulla morte della sedicenne gli inquirenti sembrano convinti nel seguire la pista che ha portato all'arresto di quattro persone. Le manette ai polsi sono scattate per i senegalesi Mamadou Gara e Brian Minteh, per il nigeriano Chima Alinno e per il gambiano Yusif Salia (arrestato a Foggia). Le ricerche intanto si concentrarno su altri tre tunisini e lo spacciatore italiano. Ieri si sono tenuti i funerali della ragazza tra la disperazione dei parenti e del padre che si tormenta per non essere riuscito a salvare la sua bambina dalla trappola degli immigrati. Un mix di droghe che, secondo gli investigatori, avrebbero portato Desirée fino alla morte. Conseguenza di cui gli accusati avrebbero saputo "perfettamente" che sarebbe stato "potenzialmente letale".

Secondo i missionari in Italia ci sarebbe il ritorno di una ondata di razzismo. Ondata più volte cavalcata dalla sinistra (e più volte smentita, basti pensare al lancio delle uova di Torino) ma che per i comboniani rappresenta una "catena di atti di intolleranza e di violenza che sono andati moltiplicandosi negli ultimi tempi sull’onda di pronunciamenti xenofobi da parte di autorità civili ed esponenti della politica". E ancora: "Condividiamo, pertanto, la preoccupazione di tanti fratelli e sorelle neri che nell’Italia di oggi si sentono più insicuri. In pubblico o per strada, temono che per il semplice fatto di avere la pelle scura possano diventare bersaglio di aggressioni razziste".

Infine l'appello al leader della Lega: "Chiediamo, quindi, al ministro dell’Interno, Matteo Salvini, di evitare nei suoi pronunciamenti parole che possano fomentare l’odio e la violenza razziale al fine di stemperare le tensioni sociali nel nostro paese e non aggravare la già difficile relazione tra italiani e la comunità immigrata".

Immediata è arrivata la risposta del ministro dell'Interno: "Pazzesco - scrive su Facebook - L'ho scritto e lo ripeto: verme, verme, verme".

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