Cronache

Dire "nàpoli" è un insulto: lo sostiene la Treccani

Secondo l'enciclopedia l'espressione indica un "appellativo ingiurioso per indicare i meridionali". I neoborbonici insorgono: "Odio razziale"

Dire "nàpoli" è un insulto: lo sostiene la Treccani

La parola "nàpoli" è un insulto: a sostenerlo è il vocabolario della più autorevole tra le enciclopedie italiane, la Treccani.

Rivolgendosi alla versione online della celebre enciclopedia e ricercando la parola "nàpoli" con l'iniziale minuscola e la "a" accentata, si trova una definizione davvero inaspettata: "Designazione e appellativo ingiurioso, usato talvolta per designare i napoletani o, più generalm., un meridionale immigrato nel Nord d’Italia: gente come si deve e ... ladri, baresi, ruffiani, abruzzesi, napoli e veneziani".

Poche righe che non sono sfuggite all'implacabile occhio di Gennaro de Crescenzo, presidente dell'associazione neoborbonica. De Crescenzo ha protestato vibratamente, attaccando l'istituto dell'enciclopedia, che pure si limita a registrare fenomeni linguistici studiati dalle accademie di tutta la Penisola, senza alcun giudizio di merito: "La citazione si può configurare come una vera e propria immotivata istigazione all'odio razziale più che mai dannosa in un momento delicato e complesso come quello che l'Italia, e in particolare Napoli e il Sud dell'Italia, stanno vivendo in questi anni". Non paghi, racconta il quotidiano partenopeo

shtml" target="_blank" data-ga4-click-event-target="external" rel="noopener">Il Mattino, i neoborbonici si sono rivolti alla Treccani chiedendo la modifica del testo e hanno invitato i propri accoliti a boicottare prodotti e servizi dell'Istituto.

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