Dj Navi, svolta nelle indagini: potrebbe essere stato ucciso

Secondo la consulenza del criminologo Roberto Lazzari, la morte del dj salentino non sarebbe avvenuta per suicidio. Navi sarebbe stato ucciso

Dj Navi, svolta nelle indagini: potrebbe essere stato ucciso

Svolta nelle indagini sulla morte di Ivan Ciullo, in arte Navi. Il dj salentino, trovato impiccato il 22 giugno del 2015 a un ulivo in provincia di Lecce, potrebbe essere stato ucciso. L'ipotesi è stata definita dalla consulenza compiuta dall'esperto in criminalità forense Roberto Lazzari Incaricato dai genitori della vittima, il criminologo salentino ha redatto un'accurata indagine in cui sembrano esserci prove abbastanza chiare sul fatto che Navi non si sia suicidato. E ora il testo è stato consegnato dall'avvocato Francesca Conte alla Procura di Lecce.

Secondo Lazzari, Ivan sarebbe stato strangolato. Soltanto in un secondo momento, l'assassino avrebbe simulato il suicidio legando il corpo all'albero. Come scrive Il Messaggero, "l'indagine scientifica eseguita mediante sopralluoghi, prove tensiometriche, analisi dei dati fotografici, dei fascicoli d'indagine, di analisi di laboratorio e diagnostica autoptica, mette in evidenza - secondo il criminologo - una serie di incongruenze nonché 'di lacune investigative e negligenze operative'".

Tra queste lacune, vi sarebbe per esempio "l'assenza di segni o tracce di calzature sulla base in pelle dello sgabello sul quale la vittima sarebbe salita prima di impiccarsi, e soprattutto l'ecchimosi sulla base del collo ritenuta incompatibile col cavo microfonico usato per l'impiccagione e riconducibile ad un laccio avvolgente in senso orizzontale, di dimensioni più piccole". Il tutto quindi farebbe propendere per una morte violenta realizzata per mano di un assassino.

Un'analisi che adesso potrebbe far cambiare idea al gip di Lecce Vincenzo Brancato, il quale sta decidendo proprio in queste ore se accogliere la seconda richiesta di archiviazione presentata dalla Procura di Lecce e a cui i genitori di Ivan Ciullo si oppongono con tutte le forze.

E che proprio per questo motivo hanno denunciato la pm dell'indagine Carmen Ruggiero alla Procura di Potenza (competente per i procedimenti sui magistrati in servizio presso la Corte d'appello di Lecce), ora indagata per omissione di atti d'ufficio.

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