Queste sono ore complicate, per cui è presto per tirare conclusioni affrettate basandosi sui detti e non detti. Diamo per scontato che il governo Conte bis parta, con o senza Di Maio chi se ne importa. E diamo per certo che, per come è nato e per come è composto, sarà un disastro peggio di quello che l'ha preceduto. Ma se non oggi, da domani, oltre che protestare per questo insulto alla democrazia sostanziale (quella formale è salva), bisognerà cominciare a pensare a costruire un'alternativa. Che, a occhio, non potrà che essere la riorganizzazione di quel centrodestra che presto si ritroverà riunito, anche se, purtroppo, all'opposizione (pur essendo la forza politica più votata).
Ieri Silvio Berlusconi, uscendo dal colloquio con il presidente Mattarella, ha detto parole chiare come non mai: Forza Italia non è disponibile a costruire per sé e per il Paese un futuro sovranista o populista e che un raggruppamento di destra, ammesso che sia vincente, senza il centro liberale, europeista e solidale non potrà mai fare il bene del Paese.
Un segnale chiaro, direi definitivo, ai vecchi alleati Lega e Fratelli d'Italia: basta fare i matti, la sinistra e i grillini potranno essere disarcionati usando testa e buon senso, non la pancia, le piazze e i proclami contro il mondo intero.
Il problema è che Matteo Salvini, uscendo anche lui dall'incontro al Quirinale, pare ancora sintonizzato su quella frequenza che l'ha portato a schiantarsi: le solite parole d'ordine contro l'Europa, una malcelata nostalgia dei grillini (Di Maio ha confermato che il leader della Lega gli ha proposto in queste ore di fare il premier in un governo gialloverde bis), nessun accenno alla possibilità di mettersi da subito alla testa di un nuovo, grande centrodestra riformato.
Si può obiettare: non era il Quirinale la sede per annunciare svolte, e poi la ferita sanguina ancora. D'accordo, ma il tempo stringe, sia nei fatti che nel percepito dell'opinione pubblica.
Sarebbe meglio passare i prossimi mesi non soltanto a dire quanto schifo ci fa e quanto pericoloso sia il governo sinistra-sinistra, ma a fare capire che per i liberali e i moderati l'alternativa c'è e non può essere quella di diventare tutti improvvisati sovranisti, a maggior ragione se in cambio di un tozzo di pane.
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