E arriva un'altra furbata: sostituire gli italiani

Denuncio il governo italiano per discriminazione e razzismo nei confronti degli italiani stessi

E arriva un'altra furbata: sostituire gli italiani

Denuncio il governo italiano perché sta perpetrando il crimine massimo di sostituire la popolazione italiana con un'umanità meticcia, ponendo fine alla nostra civiltà laica e liberale dalle radici ebraico-cristiane, promuovendo un'autoinvasione di centinaia di migliaia di clandestini, che sono prevalentemente maschi africani, mediorientali e asiatici tra i 20 e i 30 anni, all'apice della fertilità maschile, così come sono prevalentemente musulmani orientati a sottometterci all'islam.

Denuncio il governo italiano per discriminazione e razzismo nei confronti degli italiani stessi, perché mentre non si aiutano le famiglie, le madri e i giovani italiani per metterli nella condizione di rigenerare la vita sostenendo che non ci sarebbero risorse adeguate, si elargiscono risorse illimitate per insediare in Italia il maggior numero possibile di giovani stranieri garantendo loro gratuitamente vitto, alloggio, vestiario, sanità, istruzione, sigarette, ricarica del cellulare, due euro e mezzo al giorno per le spese personali.

Chiariamo innanzitutto che questi giovani sono clandestini, perché giuridicamente ovunque nel mondo chiunque si presenta alla frontiera senza regolari documenti d'identità e visto d'ingresso è un clandestino. Non sono migranti, perché «migrante» è un termine neutro, gli uccelli migrano, ma le persone depositarie di un'identità nazionale e che si trasferiscono in uno Stato estero, o sono regolari o sono clandestini. Non sono immigrati, perché ovunque nel mondo gli immigrati si trasferiscono in un altro Stato per lavorare, mentre questi clandestini non hanno intenzione di lavorare né noi chiediamo loro di lavorare. Non fuggono dalla povertà considerando che le Procure siciliane dicono che mediamente quelli che salgono a bordo dei gommoni provenienti dalle coste libiche pagano tra i 1.250 e i 3.500 euro a testa. Non fuggono dalla guerra, sono giovani abili di sana e robusta costituzione, se ci fosse la guerra nei loro paesi dovrebbero restare lì a combattere. Tutto fa ritenere che questi giovani siano da noi stessi concepiti e sfruttati come lo strumento biologico per la rigenerazione della vita in seno alla nostra società accoppiandosi con le donne italiane.

Il ministero della Salute ha recentemente comunicato che se gli italiani non faranno figli più di quanti non se ne facciano attualmente, nel 2050, tra soli 34 anni, ben l'84% degli italiani saranno anziani inattivi. Questo significa che non solo non ci saranno più i soldi per pagare le pensioni, ma non ci saremo più noi italiani e non ci sarà più la nostra civiltà. Se il governo avesse a cuore la sorte degli italiani e l'interesse nazionale, dovrebbe proclamare immediatamente l'emergenza demografica, investire tutte le risorse disponibili per promuovere la crescita della natalità degli italiani, per salvaguardare la nostra società e difendere la nostra civiltà.

Ma se all'opposto il governo, con il conforto della Chiesa di Papa Francesco, dell'Unione europea, degli Stati Uniti, delle Nazioni Unite, del Fondo monetario internazionale, della grande finanza speculativa globalizzata che è il vero potere forte che domina il mondo, anziché sostenere la crescita della natalità degli italiani favorisce l'autoinvasione di clandestini prevalentemente giovani, maschi e islamici, significa che sta deliberatamente perpetrando il crimine della condanna a morte della nostra società. Condividiamo questa denuncia. Mobilitiamoci per porre fine a questo crimine, non rendiamoci complici dell'eutanasia della nostra civiltà.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica