E intanto pensano solo alla poltrona

Le cose che contano. Non il lavoro, non la salute, non la scuola, neppure abolire certi vizi del passato. Quello che conta davvero è la poltrona.

E intanto pensano solo alla poltrona

Le cose che contano. Non il lavoro, non la salute, non la scuola, neppure abolire certi vizi del passato. Quello che conta davvero è la poltrona. È il potere per il potere.

L'Italia sta subendo una delle più profonde crisi economiche della sua storia. Si prevede una caduta del prodotto interno lordo superiore al 12 per cento. Le imprese faticano a restare aperte, i negozi peggio. L'autunno è uno spettro sociale. Si ha perfino paura a contare quando ci saranno i licenziamenti. La disillusione e la rabbia si respira nell'aria. La linea dell'orizzonte non si vede e si fa fatica a immaginare il futuro. Tutto è incerto, tutto è insicuro. I soldi dell'Europa non arriveranno quest'anno. Non si sa dove far studiare, fisicamente, i figli. Le aule sono piccole, con troppi alunni, spesso malridotte e con un virus che forse è in vacanza, ma potrebbe tornare più cattivo e contagioso. La scuola che esce fuori dalle vecchie mura e cerca spazio nei giardini, nei teatri, nei cinema senza più spettatori. Non è facile ricominciare e nessuno sa bene cosa accadrà dopo l'estate. Servirebbe, appunto, una visione.

Allora uno si immagina l'angoscia della politica, alla ricerca di una soluzione, di una risposta, di un cambio di passo, a costo di immaginare l'impossibile e provare a raggiungerlo. La risposta arriva. Ci pensa Matteo Renzi, che rivela la sua preoccupazione più urgente. Eccola. Questa maggioranza deve fare un patto per il futuro del Paese. Il governo deve andare avanti solido, senza litigi, per altri due anni. È in momenti come questi che si vede la determinazione di un leader. Tutti insieme per centrare un grande obiettivo. La ripresa? Il lavoro? Per non lasciare nessuno indietro? Per ridare a ognuno di noi uno squarcio di ottimismo? No, nulla di tutto questo. Per eleggere il presidente della repubblica. Renzi si preoccupa perfino di spiegarlo. Se il governo cade e si va alle elezioni il rischio è una maggioranza sovranista. A quel punto sarebbero loro a scegliere l'uomo del Quirinale.

Mica volete una specie di Orban lassù tra i granatieri?

Con tutto il rispetto per la figura del Presidente della repubblica in questo momento ci sarebbe altro a cui pensare. Non è questa la visione di cui l'Italia sente il bisogno. Non sono questi giochi di palazzi, proiettati al 2022, con le solite manovre di corridoio, alleanze tattiche, taglia fuori, che ci tirano fuori dal buio. La politica non può essere solo questo. C'è un governo che galleggia come un morto a galla, inerme, e secondo Renzi il motivo per lasciarlo vivere è accaparrarsi la poltrona del Quirinale.

È misero e meschino.

Renzi è preoccupato per la democrazia in Italia? Non è il solo. La cecità politica apre le porte agli scenari peggiori e mentre Bisanzio muore Renzi e gli altri si interrogano sul sesso degli angeli. Buona fortuna.

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