Dopo alcuni giorni di rassicurante distanza, ma in continuo collegamento con i calorosissimi operatori che stanno traghettando Sutri in un dimensione senza precedenti, la crisi, che sembrava così insidiosa, si è ricomposta, come se non ci fosse mai stata. E le tensioni diventano come calore di fiamma lontana. In realtà non esistono temi di contrapposizione, e mai, come in queste settimane, fuori dal mormorio dei cittadini, si è parlato di Sutri come luogo del desiderio e sede di quello che sarà il più grande museo della Tuscia. Febbrile ed eccitante è stato il lavoro per la riapertura di Palazzo Doebbing e, parallelamente, alacri le iniziative di manutenzione dell'arredo urbano. E nelle reazioni di quelli che lavorano, come di quelli che ci guardano, c'è lo stupore per la vastità dell'impresa, per mantenere la promessa di restituire a Sutri la dignità e la gloria che merita. Uno dei più attivi nella continua collaborazione con me, sul punto di chiudere il programma, mi scrive: «Una ricchezza straordinaria, certamente mai vista a Sutri da secoli». Tutti i componenti della maggioranza sono stati eletti in una sola lista che si chiama Rinascimento.
Gli obiettivi di Rinascimento sono indicati nel programma. E, a tre mesi dal nostro insediamento, posso dire che sono ben impostati, in un rilevante stato di avanzamento. Non c'è stata, infatti, una crisi politica, c'è stata una crisi psicologica, per eccesso di bellezza.
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