Ecco lo sguardo delle belve

Catturati i due romeni accusati di aver ucciso il giovane bancario di Perugia, Luca Rosi, e di aver violentato una donna. Tornavano in Italia sicuri di farla franca

Ecco lo sguardo delle belve

Iulian Ghiorghita. Aurel Rosu. Tren­tun anni il primo. Venti il secondo. Rome­ni. Due bestie che i Carabinieri hanno ar­­restato a Gorizia, mentre erano a bordo di un pullman. «Bestie che andrebbero assi­curate alla giustizia in ambienti adatti alle bestie», ha detto Bruno Rosi, il padre di quel Luca ucciso nel corso d'una rapina a Ramazzano mentre cercava di difendere la fidanzata. Delitto del quale gli inquiren­ti si dicono certi sia di mano dei due romeni.

Fortissimamente so­spettati di essere anche gli autori della ra­pina - con stupro - di Petramelina. Dopo l'uccisione di Luca Rosi, le due bestie (alle quali ne va aggiunta una terza loro compli­ce, già in carcere: Catalin Simonescu) ave­vano passato la frontiera, riparando in Ro­mania. Ma sentendosi certi di farla franca, pensarono bene di tornare a uccidere, stu­prare e razziare in Italia. Evidentemente ri­tenuta il Bengodi, per soggetti di quella ri­sma. Bengodi per il clima di tolleranza, di partecipazione e di giustificazione nei confronti dei «migranti» - anche quando migrano per delinquere - alimentato da certa politica, dai preti da marciapiede e dal grosso della così detta società civile. Bengodi perché quel clima influenza o è stato adottato dalla Magi­stratura - si parla dell'erba, non del fascio - più «impe­gnata nel sociale».

Bengodi per il tifo di giornali e televisio­ne a favore di chi, non essendo cit­tadino italiano, «sbaglia», cioè com­mette reati. Bengodi, infine, perché se le cose dovessero andar male, a confronto di quelle romene le nostre carceri sono alber­ghi a cinque stelle. E il sistema prodigo di permessi, sconti, semilibertà e ogni altro lus­so. Dunque, meglio farsi prendere, giudicare e rin­chiudere nel Belpaese.

L'arresto dei romeni Ghiorghita e Rosu

è l'occa­sione da cogliere­per smen­tire una volta per tutte l'eccel­lente fama che gode l'Italia ne­gli ambienti della delinquenza fore­stiera, bianca o nera che sia. Vedremo, e lo faremo stando con gli occhi ben aperti.

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