Coronavirus

Ecco perché non possiamo ancora sperare in immunità di gregge

Secondo gli esperti, per raggiungere un'immutà naturale serve il il contagio del 60-70% della popolazione

Ecco perché non possiamo ancora sperare in immunità di gregge

Il primo a parlarne era stato il primo consigliere del governo di Boris Johnson, che l'aveva suggerita come arma per sconfiggere il nuovo coronavirus. Ma raggiungere l'"immunità di gregge" non è un processo così immediato. Secondo gli esperti, infatti, per arrivarci servirebbe che almeno il 60-70% della popolazione venisse contagiata.

L'"immunità di gregge" è un meccanismo biologico che permette anche alle persone non vaccinate di resistere a un virus. Solitamente, si raggiunge grazie a un vaccino, ma può essere anche il risultato della risposta immunitaria delle persone che sono già state contagiate e l'hanno sconfitta. In questo modo, le persone immuni (per vaccino o per anticorpi) riescono a proteggere quelle che non sono ancora state infettate, perché il virus fa fatica a trovare chi attaccare e scompare.

Un'immunità di questo genere, ottenuta con il metodo "naturale", quindi senza l'uso di un vaccino, non è semplice da raggiungere. Come spiega a La Stampa il direttore dell'istituto di genetica molecolare del Cnr, Giovanni Maga, per arrivare a questa condizione, il virus deve contagiare "un'alta percentuale della popolazione: almeno il 60-70%, come succede con le campagne di vaccinazione". I dati, però, "non suggeriscono uno scenario simile: se il valore R0, il tasso di contagiosità del virus, è di poco superiore a 2, mentre quello influenzale si attesta tra 1.5 e 2, possiamo ipotizzare che sia stato colpito all' incirca il 10% degli italiani e quindi circa 6 milioni di persone".

Dello stesso parere è anche Carlo La Vecchia, epidemiologo dell'Università Statale di Milano che, insieme a Eva Negri, ha condotto l'indagine Doxa per stimare i casi sommersi positici al Covid-19. Gli scienziati hanno effettuato due stime. La prima, basata sul fatto che "soltanto metà dei sintomi riferiti fossero dovuti a Covid", il che ha portato i casi a 5 milioni in Italia. L'altra opzione, inceve, prevede che "tutti o larga parte lo fossero, e quindi si arrivasse a 10 milioni". A questi numeri, però, andrebbero aggiunti coloro che non vengono colti: "Arriviamo a stimare che in Italia possano esserci 5, 10 o anche 20 milioni di infettati se gli asintomatici fossero molto numerosi". Ma, anche con questi numeri, "siamo lontani dal raggiungimento dell'immunità naturale", per cui servirebbero i due terzi della popolazione, che in Italia è di 40 milioni (sui 60 milioni totali).

Per questo, avvisa lo scienziato, "la ripresa dovrà essere fatta con attenzione".

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