S olo un invasato in malafede, o peggio stupido, può sostenere che chi è contro le manette agli evasori è uno a favore dell'evasione. Sarebbe come dire che uno contro la pena di morte è amico degli assassini, che un «no» alla castrazione chimica significa un sì a pedofili e maniaci sessuali. Milan Kundera, quello dell'Insostenibile leggerezza dell'essere, una volta disse che «la stupidità è avere una risposta per ogni cosa, la saggezza è avere, per ogni cosa, una domanda». Non siamo saggi, ma per sostenere i nostri dubbi nei giorni scorsi abbiamo domandato a questi soloni manettari in salsa grillina: dove mettiamo al gabbio otto milioni di evasori? Chi celebra - e chi paga - 24 milioni di processi tra primo, secondo grado e cassazione? Arrestiamo anche l'operaio, il professore e chiunque arrotondi con lavoretti in nero perché la giustizia non deve guardare in faccia a nessuno?
Domande banali, che ovviamente restano senza risposta. E quindi ma sì, facciamo una bella pulizia non etnica ma etica. Di Maio e Bonafede (ministro della Giustizia) vogliono mandare in campi di concentramento otto milioni di evasori, il loro capo Grillo ieri ha proposto di togliere i diritti civili a tredici milioni di ultra sessantacinquenni: «Non devono più potere votare - ha detto - perché il futuro appartiene ai giovani e non più a loro».
Il conto è presto fatto: per i Cinque Stelle ventuno milioni di italiani (8+13) devono togliersi, in un modo o nell'altro, dai coglioni: disturbano, intralciano, sporcano, depistano, e soprattutto non votano grillino: che ce li teniamo a fare? È più o meno quello che Hitler pensava degli ebrei, e anche lui aveva trovato una soluzione semplice quanto efficace. L'Italia grillina, come la Germania nazista, si deve avviare alla purezza della razza e organizza per via parlamentare un mega rastrellamento di Stato per celebrare degnamente gli ottant'anni delle leggi razziali.
Un paradosso? Solo fino a un certo punto. L'ideologia Cinque Stelle, che si salda con quella comunista, rappresenta un pericolo reale per le nostre libertà. C'è poco da scherzare.
Questi, goccia dopo goccia, stanno riempiendo l'amaro calice che hanno intenzione di farci bere. Una volta si diceva: non moriremo democristiani. Oggi vale la pena di parafrasare: forse moriremo, ma mai grillini. E questo spero sia il senso vero della piazza di oggi a Roma.
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