Faida tra clan: 9 arresti a Napoli

Le indagini hanno permesso di ricostruire un omicidio del 2015 e un tentato omicidio del 2017

Faida tra clan: 9 arresti a Napoli

Un omicidio era avvenuto l'11 novembre del 2015 a Somma Vesuviana (Napoli), quando fu freddato sotto la sua abitazione Vincenzo De Bernardo. Due anni dopo, il 7 settembre, nel vicino comune di Marigliano i sicari avevano tentato di ammazzare Antonio Amato. Le indagini dei carabinieri della compagnia di Castello di Cisterna hanno consentito di ricostruire dinamica e moventi degli agguati e hanno fatto emergere legami tra clan di camorra attivi a Napoli e in provincia. Il lavoro eseguito in questi anni dagli inquirenti ha portato il gip del tribunale di Napoli a emettere, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, un’ordinanza di custodia cautelare eseguita nella notte passata nei confronti di nove soggetti.

Sono finiti in carcere elementi di spicco di due consorterie camorristiche rivali radicate a Napoli, i “Mazzarella” e i “Rinaldi”. Tra gli arrestati figura anche Luigi Esposito, conosciuto come “lo sciamarro”, soggetto ritenuto a capo di uno dei gruppi che si sono resi protagonisti della faida di camorra che si è combattuta a Marigliano negli ultimi anni, dal 2015 fino agli arresti eseguiti qualche mese fa. In quel periodo era in atto uno scontro tra i “mazzarelliani”, che a Marigliano erano rappresentati da Esposito, e il clan mariglianese dei “paesani” che erano alleati con i Rinaldi di Napoli. In quello scenario fu pianificato l’omicidio di De Bernando, che era considerato vicino ai Mazzarella e che per conto loro stava operando a Somma Vesuviana, dove si era stabilito dopo il carcere. Secondo quanto portato alla luce dalle indagini, l’11 novembre del 2015 fu intercettato dai killer dei Rinaldi nel parco dove viveva e fu freddato con diversi colpi di pistola. L’omicidio generò la vendetta dei rivali che il 6 novembre del 2017 tesero un imboscata a Antonio Amato, a Marigliano, credendo erroneamente che fosse coinvolto nell’uccisione di De Bernardo. Amato stava parcheggiando l’auto. Era con il figlio di 3 anni quando fu sorpreso dai killer, a cui riuscì a sfuggire riparandosi dietro alcuni veicoli in sosta, cavandosela con una ferita alla gamba.

Nel corso dell’esecuzione degli arresti di questa notte, i militari dell’Arma hanno rinvenuto e sequestrato un vero e proprio arsenale ritenuto nella disponibilità degli indagati: una mitraglietta MP5 (normalmente in uso ai reparti speciali delle forze dell'ordine), 4 semiautomatiche

e un revolver scovati in un appartamento a Somma Vesuviana ritenuto base logistica degli indagati facenti parte dei “Mazzarella”, dove sono stati sequestrati anche 880 grammi di cocaina, 710 di hashish e 10 di marijuana.

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