False residenze e paradisi fiscali: i trucchi usati dagli evasori

Ecco il rapporto delle Fiamme Gialle che svela tutti i trucchi per evadere e aggirare il Fisco

False residenze e paradisi fiscali: i trucchi usati dagli evasori

C'è un rapporto della Guardia di Finanza che mette a nudo tutti i trucchi e le scorciatoie usate dagli evasori per frodare il Fisco. Dalle residenze all'estero ai paradisi fiscali, dalle compravendite immobiliari al treaty shopping: il dossier parla di almeno 1.900 evasori totali e di diverse migliaia di italiani che hanno versato all'Agenzia delle Entrate solo una parte delle tasse dovute.

Il progetto "Planete", riportato oggi dal Corriere della Sera, esamina i principali sistemi di evasione: "l'esterovestizione della residenza fiscale di persone fisiche oppure delle società, la stabile organizzazione occulta di tipo personale e materiale, il cosiddetto treaty shopping con l'abuso delle gevolazioni previste dalle direttive comunitarie, gli acquisti effettuati presso operatori situati in Paesi o territori a fiscalità priviulegiata, la delocalizzazione dei redditi in Paesi a fiscalità privilegiata attraverso società collegate o controllate e l'ultilizzo dei trust". I paradisi fiscali dove "fuggire" sono più o meno quelli denunciati con regolarità dalle Fiamme Gialle. In cima alla classifica si sono l'Olanda e il Lussemburgo. Chi, invece, effettua il treaty shopping preferisce le Bermuda o le Isole Vergini. È qui che la Finanza ha trovato il maggior numero di "azionisti di riferimento e quindi destinatari ultimi dei flussi di passive income". Tra i paradisi fiscali usati dagli italiani ci sono, poi, il Costa Rica e il Delaware.

"Numerosi cittadini italiani si sono cancellati dall'anagrafe della popolazione residente in Italia per emigrare in Paesi a fiscalità privilegiata - si legge nel report delle Fiamme Gialle - in realtà avevano mantenuto la titolarità della partita Iva, la rappresentanza legale di società aventi sede in Italia, la presenza del nucleo familiare e la disponibilità di immobili e utenze". Ed è stato proprio questo a farli beccare. Proprio come sono state pizzicate quelle società che, sebbene non fossero residenti in Italia, "controllavano oppure erano controllate da società italiane" o quelle che "erano amministrate da un cda composto in prevalenza da consiglieri residenti in Italia".

Tra gli evasori incastrati dal Fisco c'è poi chi "ha fittiziamente localizzato la residenza fiscale di alcune società all'estero e poi rimpatriate in Italia", chi ha trasferito beni e servizi tra imprese dello stesso gruppo ma residenti in Stati diversi e chi ha trasferito "gli interessi corrisposti, in regime di esenzione, a una consociata comunitaria ma con un beneficiario che in realtà era localizzato in un paradiso fiscale". E, infine, c'è tutto il capitolo dedicato al settore delle compravendite immobiliari, delle connesse intermediazioni e delle ristruttuazioni. Anche in questo caso il rapporto della Guardia di Finanza stila un identikit approfondito di chi aggira il Fisco.

Si parte dagli intermediatori che non denunciano il compenso per la trattativa e si arriva a chi denuncia cifre molto più basse di quelle realmente pagate per l'acquisto dell'immobile. Ma c'è anche chi, al contrario, denuncia costi superiori per incassare maggiori sgravi fiscali.

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