Ancora un murale (non murales, plurale), per commentare la politica attuale: una novità positiva in questi tempi calamitosi, un osservatorio del popolo che commenta i passaggi prevedibilmente difficili del dialogo tra sconfitti per il prossimo governo.
Non si poteva scegliere meglio: un dipinto di Caravaggio, finito trent'anni fa al Kimbell Art Museum di Fort Worth in Texas, rappresenta i «Bari», ed è stato riprodotto adattandolo ai tre protagonisti delle consultazioni: Berlusconi, Salvini e Di Maio. Ma l'autore, forse per trasporto affettivo, ha sbagliato i personaggi. Ha messo il volto di Berlusconi al giovane tratto in inganno dai due bari. Ma Berlusconi non è una vittima, anche se è stata chiesta la sua testa.
Ma senza inganno, senza trucco. Di Maio l'ha detto subito. E si è illuso di essere stato esaudito. Ha addirittura predisposto ingenuamente un discorso per siglare l'accordo. E poi ha dovuto riscriverlo. Salvini e Berlusconi lo hanno messo in mezzo, fingendo di aver agito l'uno alla insaputa dell'altro. È quello che si vede nel quadro.
Dunque, il ragazzo truffato dai bari è Di Maio, che guarda le sue carte. Alle sue spalle, il furfante anziano è Berlusconi che occhieggia, legge le carte e le segnala al giocatore che fronteggia lo sprovveduto.
E questi è Salvini, che sta estraendo la carta vincente da una tasca posteriore. I due furbi hanno bluffato, l'ingenuo c'è cascato. Non vedo nessun'altra interpretazione possibile, dal momento che Berlusconi non aveva alcuna aspettativa. Di Maio tante. Tutte frustrate.
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