Determinato, pacato, prudente, con le spalle coperte dal doppio magistero del Santo Padre e dei Padri costituenti. Cattolicissimo e laicissimo, così ieri il cardinal Angelo Bagnasco, presidente dei vescovi italiani. Nessuna sponsorizzazione esplicita del Family Day, un po' per pia ipocrisia un po' per non dare benedizioni a una piazza anche politica oltre che sociale, e forse anche per evitare la malmostosità di qualche confratello in episcopato voglioso di sembrare più vicino a Bergoglio del cardinale genovese.
Diamo i numeri, per capire che cosa ha inteso dire il cardinal Bagnasco. Infatti le cifre parlano talvolta persino più delle omelie. In 5 pagine scarse di «prolusione» sul «momento storico che la nostra società sta attraversando» il presidente della Cei (Conferenza episcopale italiana) ha pronunciato 17 volte la parola «famiglia». Chiaro, no? Ha citato poi sempre e solo un autore: Papa Francesco, 7 volte, che è anche un numero biblico. Chiaro, no? Non ha pronunciato neppure una volta il termine «omosessuale». Ma non ha neppure nominato l'«adozione» o, peggio, la stepchild adoption (adozione del figliastro). Il nome Cirinnà? Non pervenuto. Nessuna parola con la ipsilon: né gay né Family day. Invece adopera 5 volte il termine «figli» e 2 volte «bambini». E dice una frase di Francesco chiara come il sole: «I bambini hanno diritto di crescere con un papà e una mamma. La famiglia è un fatto antropologico, non ideologico».
Bagnasco ha rivendicato non solo «l'unicità» della famiglia, ma anche l'unità di tutti i vescovi su questi punti di dottrina intorno al Papa. Ha preferito scegliere l'argine da cui nessuno dei 260 vescovi italiani possa distaccarsi. I temperamenti sono diversi. C'è chi guiderebbe il pullman coi fedeli per arrivare sabato all'alba al Circo Massimo, e chi ha e predica altre priorità espressive.
Ma sui giudizi di merito (famiglia e matrimonio senza alcun nesso con le unioni d'altro genere, accoglienza e concessione di diritti e doveri alle persone omosessuali, niente adozioni) non esiste frattura tra Bagnasco e il segretario della Cei Nunzio Galantino. Ha detto Bagnasco: «I vescovi sono uniti e compatti», la pensiamo tutti allo stesso modo: cioè la famiglia è e qui Bagnasco risente del linguaggio appreso da ordinario militare - un «fronte vitale»: bisogna tutelare questo fronte, riempirlo di vita, aiutare a far nascere figli, perché se cede il popolo italiano sarà spazzato via dalla crisi economica, morale e antropologica.Una volta che la famiglia è una sola, non c'è neppure bisogno di citarne altri tipi e dunque neppure di negare che l'unione omosessuale sia una famiglia e dunque possa anche solo essere regolata come il matrimonio.
Non ha aggiunto alla famiglia il titolo di «tradizionale»: non esiste la famiglia tradizionale che si regge su «valori tradizionali», ma la famiglia, che è quella lì, padri-madri-figli, e basti la parola.
Al massimo si può accettare un riferimento alla Costituzione e ai Padri costituenti.La scelta è stata dunque quella di evitare interventi scomposti e di sventolare lo stendardo di Lepanto. Ha tirato un colpo di biliardo. Vedremo se ha fatto filotto.Renato Farina- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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