Dalla farmacia al domicilio: le nuove regole per i vaccini

A seguito di un’ordinanza firmata dal commissario Figliuolo basterà il domicilio per le somministrazioni dei vaccini. Farmacie pronte a dare il loro contributo

Dalla farmacia al domicilio: le nuove regole per i vaccini

Avanza spedito il nuovo piano per la campagna di vaccinazione di massa ideato dal Commissario per l'emergenza Covid-19, generale Francesco Paolo Figliuolo. Con una ordinanza firmata questa mattina è stato disposto che ogni Regione o provincia autonoma potrà vaccinare non solo la popolazione residente ma anche chi vive in quel territorio per ragioni di lavoro o per altri comprovati motivi.

Il problema era sorto alcune settimane fa per la vaccinazione degli insegnanti. Sono molte, infatti, le persone che insegnano in altre Regioni rispetto a quella di residenza e che, senza questa disposizione, sarebbero state costrette a far ritorno a casa chiedendo giorni di riposo e pagandosi il viaggio per poter essere immunizzate. La nuova ordinanza, che semplificherà la vita a milioni di cittadini, prevede che"in attuazione del piano strategico nazionale dei vaccini, ciascuna Regione o provincia autonoma proceda alla vaccinazione non solo della popolazione ivi residente ma anche di quella domiciliata nel territorio regionale per motivi di lavoro, di assistenza familiare o per qualunque altro giustificato e comprovato motivo che imponga una presenza continuativa nella Regione o provincia autonoma".

Al momento, però, sono ancora da definire le modalità con cui gli aventi diritto secondo il criterio della domiciliazione potranno prenotare il vaccino. La novità potrebbe avere riflessi sulla distribuzione dei vaccini disponibili in quanto ora bisognerà tenere conto non solo della popolazione residente ma anche di quella domiciliata.

Il ruolo delle farmacie

Presto anche i farmacisti daranno il loro contributo nella campagna di vaccinazione nazionale. Uno sforzo necessario per arrivare a quell’immunità di gregge tanto auspicata entro la fine del prossimo settembre. Nella giornata di ieri il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha siglato il protocollo con Regioni e farmacisti per far partire in sicurezza le vaccinazioni anti-Covid nelle farmacie. In base ai termini dell'accordo siglato tra ministero della Salute, Regioni e Province autonome, Federfarma e Assofarm, le attività di prenotazione ed esecuzione dei vaccini verranno eseguite dalle farmacie "secondo i programmi di individuazione della popolazione target previamente definiti dalle autorità e seguendo i criteri di priorità".

A fare da apripista la Liguria, prima regione in Italia che a partire da oggi ha arruolato anche le farmacie, ad ora ufficialmente 52. A iniettare i vaccini AstraZeneca saranno medici o personale abilitato. In questa prima fase il servizio è riservato alle persone con una età compresa tra i 70 ed i 79 anni. Da metà aprile, poi, il servizio partirà in quasi tutte le altre Regioni italiane, con un programma che non prevede la presenza del medico in farmacia. Possibile che il farmaco che verrà utilizzato prevalentemente sarà quello di Johnson & Johnson, siero che ha il vantaggio di essere monodose.

Il piano ed i contributi per i farmacisti

L’intesa prevede che i vaccini verranno somministrati da farmacisti "abilitati all’esecuzione" sulla base di "specifici programmi e moduli formativi" organizzati dall’Iss, l’Istituto superiore di sanità. Ma saranno escluse alcune categorie di persone come i soggetti con "estrema vulnerabilità o con anamnesi positiva per pregressa reazione allergica grave/anafilattica".

La vaccinazione, per cui ci si dovrà prenotare, avverrà esclusivamente previa acquisizione del consenso informato e della relativa scheda anamnestica per la valutazione dell'idoneità o meno del soggetto a sottoporsi all’iniezione. Le informazioni saranno raccolte direttamente dal farmacista come previsto dall'apposito modulo allegato al protocollo.

Nel testo viene indicato anche come dovrà essere organizzato lo spazio per consentire di effettuare le iniezioni in tutta sicurezza. Innanzitutto all'ingresso della farmacia dovranno essere esposte istruzioni chiare su modalità di accesso e numero massimo di persone che potranno accedere. Il locale dovrà avere spazio adeguato per garantire il distanziamento. Si spiega, poi, come sia "da privilegiare l’esecuzione del vaccino seguendo percorsi in apposita area esterna" oppure in area interna alla farmacia "purché quest’ultima sia separata dagli spazi" dedicati all’accoglienza e alle normali attività e che sia "opportunamente arieggiata in modo da garantire un costante ricircolo d’aria".

Necessario, poi, creare diversi ambineti tra cui un ingresso, un’area accettazione per effettuare tutte le pratiche del caso, un’area di preparazione delle dosi. Quest’ultimo ambiente deve essere separato da quello dove avvengono le somministrazioni. Infine, non meno importante, bisogna realizzare anche un’area per il monitoraggio di 15 minuti per accertarsi di eventuali reazioni avverse.

Tra l’ingresso e l’inoculazione del farmaco deve essere garantito un tempo massimo di 10 minuti.

Per ogni dose somministrata le farmacie riceveranno come remunerazione 6 euro per "l’atto professionale del singolo inoculo vaccinale".

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